Le 5 morti più sconvolgenti delle serie tv di Marco Villa
Orazione civile per cinque fratelli che ci hanno lasciato
Ieri è morta Stephanie Forrester. Il personaggio. Di Beautiful. Morte di quelle serie, perché Stephanie Forrester la conosciamo tutti. Ma tutti, tutti, tutti. E allora perché non cogliere la palla al balzo e rimestare nella nostra psiche provata e portata allo stremo dal rientro dalle vacanze, andando a ripescare le cinque morti più scioccanti e sconvolgenti nella storia delle serie tv? Eccole. Ovviamente spoiler enormi di Lost, Game of Thrones, The West Wing, Sons of Anarchy, 24 e Dexter, ma legati a cose successe parecchio tempo fa. Lo so, sono sei e avevo detto cinque, ma tutto torna, fidatevi. Ah, la posizione da uno a cinque non vuole dire nulla, non è una classifica. Ah #2, non ho messo il finale di Six Feet Under perché ormai lo metto in ogni classifica.
Ripeto:
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SPOILER (VECCHI) DI LOST, GAME OF THRONES, THE WEST WING, 24, SONS OF ANARCHY E DEXTER
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1. Lost 3×22 – Charlie Pace
Concentratevi un attimo, anche se è il 20 agosto. Pensate a bruciapelo qual è la prima immagine che vi viene in mente di Lost. Come dite? L’occhio di Jack, ok. Il sorriso di Locke, benissimo. La mano di Charlie. Ecco, esatto. La mano di Charlie con la scritta “Not Penny’s boat” e poi il suo volto consapevole di essere a pochi secondi dalla morte. Personaggio tragico fin dalle prime battute, era evidente che Charlie sarebbe finito male. L’aveva detto subito anche Desmond e di Desmond ci si fida. Solo che la morte di Charlie non è una morte come le altre – tante – di Lost: la morte di Charlie è la più eroica di tutta la serie. Fine. Quella che commuove di più, quella che diventa simbolo di tutto Lost. Mica poco.
2. Game of Thrones – Ned Stark
Puoi girarci intorno quanto vuoi, ma il momento preciso in cui capisci definitivamente che Game of Thrones non è come tutte le altre serie è quando muore Ned Stark. Meglio: quando muore, dopo poche puntate, quello che consideravi il protagonista assoluto. Anni e anni di abitudini audiovisive buttate via in quei pochi secondi di silenzio totale che precedono la decapitazione di Ned Stark. Da spettatore consumato sei pressoché sicuro che stia per accadere una cosa – anche la più assurda, anche l’invasione aliena – perché il protagonista, il boss di casa Stark, non può morire. E invece no. Passati quei secondi di silenzio non puoi fare altro che alzarti, chinarti per raccogliere la mascella da terra e passare le successive ore a dire “Minchia!” con faccia tra lo sconvolto e l’ammirato.
03. The West Wing 7×16 – Leo McGarry
Ecco, qui la faccenda è diversa. La morte di Leo McGarry in The West Wing è una morte che non si vede. Abbiamo parlato di quanto siano state eroiche e incredibili le morti di Charlie e Ned Stark, quella di Leo è all’esatto opposto. Annabeth Schott, l’assistene di Leo, va a cercarlo in stanza. Lo chiama, lui non risponde, entra nella camera, va in bagno e urla. Leo McGarry è morto di infarto, a terra. Noi non vedremo mai quell’immagine e il motivo è purtroppo molto semplice: quell’immagine non esiste, perché John Spencer, interprete di Leo McGarry, è morto nella vita reale, di infarto, il 16 dicembre 2005. Così l’ultima sua apparizione nella serie creata da Aaron Sorkin – e a quel punto curata da John Wells – è una banalissima uscita dallo Studio Ovale, una delle centinaia. La scomparsa di Spencer (e quindi di McGarry) ha avuto un impatto enorme sulla serie: basti dire che, nei piani degli autori, Matt Santos avrebbe dovuto perdere le elezioni, esito cambiato proprio per bilanciare nello spettatore la sofferenza e la tristezza dovute alla morte di un personaggio amatissimo come Leo McGarry, l’uomo che ha creato Jed Bartlet, trasformandolo nel Presidente. Bartlet for America. Lacrimoni veri.
4. Sons of Anarchy 5×04 – Opie
La morte di Ned Stark è la morte inattesa per eccellenza, ma anche quella di Opie non scherza. Fateci caso: fino al termine della quarta stagione, nessun personaggio veramente importante di Sons of Anarchy se ne è andato al creatore. A dare il via alle danze, il povero Piney, al termine della quarta stagione. E poi Opie. In un certo senso, la sua morte ricorda quella di Ned Stark, con quei lunghissimi istanti di sospensione, che precedono il colpo finale. Là lo spadone, qui un tubo di metallo. La differenza enorme è che Ned è un personaggio che avevamo imparato ad ammirare, mentre a Opie volevamo proprio del gran bene. Sfido chiunque a dire che non fosse il migliore di tutti. La storia più tormentata, dentro e fuori dal club, con una parte del club stesso che gli uccide la moglie. E lui sempre a tirare avanti, come un mulo. In silenzio. Fino al sacrificio finale, cercato e ottenuto, come a rimettere delle colpe non commesse. Una morte scioccante, che fa davvero male.
5. 24 1×24 – Teri Bauer
Questo è un decesso la cui rilevanza va oltre la semplice emotività. Certo, lo shock fu di quelli tosti: seguivamo da mesi le vicende di un Jack Bauer già diventato una specie di messia, uno che avremmo voluto invitare alle feste di compleanno pur sapendo che avrebbe torturato tutti i nostri amici, e la moglie Teri andava salvata perché… perché sì, perché se Jack Bauer si impegna in una cosa, la fa, come un nuovo Chuck Norris. Assistere invece al mezzo fallimento (mezzo perché almeno la figlia si salvava) fu una botta non indifferente. Un colpo non solo emotivo, però, perché fu proprio una scelta coraggiosa dal punto di vista della scrittura: in quel momento ci rendemmo davvero conto che 24 non era solo una serie maschia e cazzuta, una specie di erede degli action anni Ottanta dove il macho di turno ammazzava tutti i cattivi col sorriso sulle labbra. No, 24 era una serie difficile, stratificata, non semplicemente adagiata sul suo essere “repubblicana”. Nel corso degli anni avremmo avuto molti altri esempi di questa complessità e dello sviluppo del personaggio di Jack. Ma tutto cominciò lì, con una morte inaspettata e un mucchio di certezze spezzate. (Diego Castelli)
Menzione Speciale Dexter 4×12 – Rita Bennett
Fuori concorso, menzione speciale. La morte di Rita in Dexter. Il perché è presto detto: è stata scioccante, ma è stata anche una goduria infinita. Io ho esultato tantissimo. Rita Bennett era odiosa, Julie Benz è insopportabile. Vedere il suo corpicetto da cerbiatta ammorbante galleggiare in un mare di sangue è qualcosa che riconcilia con il mondo. Ne ho parlato più a lungo qui, circa un secolo e mezzo fa. La menzione era d’obbligo, ne converrete.