Serial Moments #86 – Dal 30 giugno al 6 luglio di Diego Castelli
Citazioni gustose, idee imbecilli e amicizie virili
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ATTENZIONE, SPOILER ASSONNATI DI FRANKLIN & BASH, FALLING SKIES, THE KILLING, TRUE BLOOD E RAY DONOVAN
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NOTA BENE: Scrivo questi serial moments praticamente di notte, a causa di un Recuperone di The West Wing per cui avrei dovuto vedere un episodio solo e invece ne ho visti tipo cinque. Questo per dire che dovrete essere indulgenti in caso ci sia qualche errore ortografico di troppo. Ma davvero non riuscivo a staccarmi stasera…
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5. Franklin & Bash 3×04 – Khaleesi
Sarà che è uno dei migliori telefilm in circolazione, sarà che dura sempre troppo poco, fatto sta che per abituarci alla fine di Game of Thrones ci serve sempre più tempo di quello effettivamente speso a guardarla. Quando poi a citare il capolavoro di HBO ci pensano anche le altre serie, ecco che la nostalgia è praticamente invincibile…
4. Falling Skies 3×05 – Le strane vie dell’amicizia
Questo probabilmente non è un serial moment di quelli imprescindibili, ma tanto vale usare la penuria di serie in circolazione per sottolineare le care vecchie regole della narrativa: in particolare, l’episodio settimanale di Falling Skies ci ricorda che quando si hanno due personaggi sostanzialmente positivi, ma con visioni del mondo in conflitto (in questo caso Tom e Pope), non c’è niente di meglio di un bell’episodio che li obblighi a stare insieme da soli per un numero imprecisato di ore, così che i due possano litigare, minacciarsi, menarsi, dire brutt cose delle rispettive madri, arrivare quasi a uccidersi, lasciarsi con l’intento di non rivedersi mai più, e infine aiutarsi in nome di un codice morale che va oltre le loro piccole beghe e che diventa l’unica base comune (ma anche l’unica che conta davvero) del loro vivere insieme. Semplice, preciso, efficace. Da manuale.
3. The Killing 3×06 – Suicidio
Dopo quello di settimana scorsa, altro serial moment legato alla vita carceraria di Ray. E il protagonista è ancora Alton, compagno di prigionia che nel giro di un paio di episodi è passato da logorroica macchinetta spara parole a simbolo della depressione da galera, in cui il poco tempo rimasto serve solo a pentirsi delle proprie azioni passate. Fino alle estreme conseguenze, quando non c’è più margine per portare avanti una vita di rimorso: la scena del suicidio, in cui praticamente non si vede nulla ma si percepisce tutto, tocca cuore e stomaco in egual misura, e scatta l’applauso.
2. True Blood 6×03 – Ciao sono Bill Compton, e sono un idiota
Ammesso e non concesso che non lo fosse fin dall’inizio, True Blood è ormai una succosissima fiera del trash. E lo dico con grande affetto, perché a me più della storia specifica di Sookie e di tutti gli altri interessano i modi sempre nuovi con cui gli autori riescono a coprire di sangue i protagonisti, o a far spuntare nuovi improbabili creature soprannaturali. Questa volta il serial moment è sostanzialmente comico: Bill fa lo sbruffone spacciandosi per il Gesù Cristo dei vampiri, e afferma di poter sopravvivere sotto i raggi del sole perché lui è er mejo della produzione vampiresca dall’inizio dei tempi. E la scena del suo tentativo è costruita con una certa epica, con l’alba che scavalca lentamente l’orizzonte e il nostro eroe senza paura che attende la luce come si farebbe un temibile ma non invincibile nemico. Peccato che appena sorge il sole il povero Bill comincia a bruciare come un cerino. Roba da Zelig dei tempi migliori.
1. Ray Donovan 1×01 – Dagli al chierico
L’ho già scritto settimana scorsa, mi tocca ribadirlo: iniziare una serie sparando in bocca a un prete pedofilo potrà essere una scelta un po’ facile, nella ricerca di qualcosa di forte da spiattellare sulla faccia degli spettatori, però che figata.