19 Giugno 2013 13 commenti

Mistresses US – La serie perfetta per chi vuole vedere una serie brutta e inutile di Marco Villa

La serie meno interessante dell’anno

Copertina Pilot, Pilot

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Se qualcuno dovesse mai venirvi a dire “No, ma non è male questo Mistresses” oppure “Sai cosa mi hanno detto di vedere? Mistresses“, ecco, quella persona non potrà che appartenere a una di queste categorie:

a) individuo che ha come unico precedente di prodotto seriale La signora del West (sì, mi è venuta un po’ la fissa, ultimamente)
b) individuo coinvolto nella lavorazione di Mistresses
c) individuo parente di individuo coinvolto nella lavorazione di Mistresses
d) individuo che proprio non capisce nulla

YUNJIN KIM, ERIK STOCKLIN, BRETT TUCKER, ALYSSA MILANO, JES MACALLAN, JASON GEORGE, ROCHELLE AYTESIn ogni caso, sappiatelo, quell’individuo mente. Mistresses è una serie brutta, inutile, stereotipata, vista e stravista. Come ho scritto al mio socio durante la visione: Mistresses è una manata nelle palle. Ma neanche una manata violenta, che comunque un senso l’avrebbe: una manata stile tortura, lenta e progressiva, senza scampo.

Mistresses è in onda dal 3 giugno su ABC ed è il remake della omonima serie tv inglese. Racconta di quattro donne di (circa) mezza età, alle prese con i sentimenti e la vita che avanza e i dubbi e le maternità e le vedovanze e gli ormoni e tofa joia, toda beleza, no? Mistresses è in grado di unire in un unico telefilm i peggiori tratti delle serie femminili di questi anni. Non c’è cattiveria, non c’è mistero, non c’è ironia intelligente. Le vite delle protagoniste sono quanto di più noioso si possa immaginare: quella in carriera (una irriconoscibile Alyssa Milano, eroina delle foto hot che si caricavano lentissime sul modem 56k) che cerca di avere un figlio e che è in crisi con il marito e che viene puntata dall’aitante collega, la di lei sorella che non ha legami e si tromba tutti quelli che vuole perché lei è fatta così e le altre un po’ la invidiano e un po’ la biasimano, la vedova che è ancora innamorata del defunto marito e che fa fatica a ricominciare a uscire con gli altri uomini, la psicoanalista (Yunjin Kim, ovvero Sun di Lost) che si accoppiava con un paziente poi deceduto e ora sente di dover fare da madre al di lui figlio. Ovvero: quattro tipi di donna diversissimi tra loro, ma nessuno che riesca a provocare il benché minimo sussulto di interesse nello spettatore. Dai, seriamente, c’è qualcuno che, dopo aver letto queste minibio dei personaggi è interessato a vedere Mistresses?

mistresses-group-shotE fate bene, perché questa è una soap con puntate da quaranta minuti. Con tutto il rispetto per le soap eh, ma anche chissenefrega. Perché siamo lontanissimi da Desperate Housewives, ancora senza erede. Certo, sono ben consapevole di non essere lo spettatore ideale per questo tipo di prodotto, ma questa roba è il deserto delle motivazioni. Uh, chissà se Mistress n.1 deciderà di stare con il collega o se alla fine farà la brava! Uh, chissà se Mistress n.2 metterà mai la testa a posto, ragazzaccia incorreggibile! Uh, chissà se Mistress n.3 riuscirà a innamorarsi di nuovo! Uh, chissà se Mistress n.4… no, scusate, di Mistress n.4 me ne frega ancora meno che delle altre tre messe insieme. Ecco, quindi, se beccate una persona che vuole consigliarvi Mistresses, non lasciatevi fregare. Le ipotesi più plausibili sono quelle esposte in apertura, ma probabilmente è un promoter di Enel Energia che vi sta intortando per farvi firmare qualcosa. Qualsiasi cosa. Anche la pagella della figlia.

Perché guardarlo: perché rientrate in una delle quattro categorie elencate in apertura di pezzo

Perché mollarlo: perché si rischia di finire a dar retta anche ai promoter di Enel Energia.



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