Family Tree – Una nuova comedy di HBO di Marco Villa
Le potenzialità ci sono, ma per ora si zoppica
Io di solito sono molto talebano sulle comedy: o mi fanno ridere dal primo episodio, oppure vengono eliminate dalla lista delle cose da vedere. La solita storia di non accettare le cose medie. A volte, però, tocca fare un’eccezione e andare avanti, vedendo magari il secondo episodio. E anche dopo il secondo episodio non essere in grado di dare un giudizio definitivo. Ecco, è esattamente quello che è successo con Family Tree, la nuova serie comedy di HBO (coproduzione anglo-americana, in realtà), in onda dal 12 maggio.
Si tratta di una serie in cui il protagonista si mette alla ricerca dei propri antenati, per ricostruire il proprio albero di famiglia. Idea carina e interessante, resa ancor più accattivante dalla presenza di Chris O’Dowd (uno dei nerd di IT Crowd, transitato anche per Girls come marito di una delle girls) nei panni del protagonista Tom Chadwick. Un personaggio molto molto sfigato, che si mette sulle tracce dei propri avi non per qualche motivo storico o affettivo, ma, semplicemente, perché ha perso il lavoro e ha tantissimo tempo da buttare. A livello narrativo, la faccenda è stuzzicante, perché ogni singolo avo può aprire mille porte e far cambiare contesto, ambientazione e toni. A questa potenziale ricchezza si aggiungono comprimari che funzionano: il padre di Tom (fissato con vecchie sit cominglesi imbarazzanti), la di lui compagna dell’est, il migliore amico idiota di Tom e, soprattutto, la sorella di Tom. È lei l’elemento più assurdo del gruppo: dopo aver iniziato, nell’infanzia, a parlare con una scimmia di peluche su suggerimento di uno psicologo, la sorella non è più riuscita a staccarsi dal pupazzo. Nel frattempo è diventata ventriloqua e con la scimmietta ci fa dei gran discorsi.
Fin qui le parti buone, ma c’è anche la lista dei segni meno, che si apre con un macigno: Family Tree non fa ridere. Certo, ci sono momenti divertenti, ma non c’è mai l’attimo in cui scatta la risata, quello in grado di tirarti davvero dentro alla storia e di farti venire voglia di aspettare la puntata successiva. Tutto scorre via troppo piatto e se è vero che nel secondo episodio l’insieme sembra migliorare, siamo ancora lontani dal poter considerare Family Tree qualcosa da vedere senza se e senza ma. Un altro aspetto che convince veramente poco è la scelta di rendere Family Tree un mockumentary. Una scelta che non viene per nulla motivata all’interno della storia e che trova le sue reali ragioni nelle modalità di messa in scena e recitazione. Family Tree è infatti basato principalmente sull’improvvisazione degli attori, che non seguono un copione con dei dialoghi veri e propri. In quest’ottica, la scelta del mockumentary e delle interviste frontali è un ottimo espediente per tamponare e sistemare l’andamento della storia, ma questo non toglie che – almeno una – debolissima motivazione diegetica non sarebbe stata male.
Ovviamente anche questa faccenda dell’improvvisazione è un punto a favore importante. Sommatela a Chris O’Dowd e al personaggio della sorella e troverete i motivi per cui non sono ancora riuscito ad abbandonare Family Tree. Metti mai che possa diventare qualcosa come Parks and Recreation, letteralmente esploso dopo una prima mini-stagione per nulla eccelsa.
Perché seguirlo: per l’originalità dell’impianto e della realizzazione e per i personaggi notevoli
Perché mollarlo: perché è una comedy che non fa ridere