Vicious – Ian McKellen e i gay anziani di Marco Villa
Una comedy su un’anziana coppia gay
Ian McKellen sapete tutti chi è, giusto? Per chi era assente: Ian McKellen è uno dei più importanti attori inglesi viventi. Grande attore di Shakespeare (si dice sempre in questi casi) e, tra le altre cose, Gandalf ne Il signore degli anelli, Magneto in X-Men. Ian McKellen, quindi, è un anziano attore inglese. Ed è gay dichiarato da moltissimi anni. Non è un dato di gossip, perché il fatto è che Vicious ha come personaggio principale un anziano attore inglese gay e quel personaggio è interpretato da Ian McKellen. Capita la faccenda?
Vicious è una comedy in onda dal 29 aprile su ITV. Racconta la storia di una coppia di ultrasettantenni che sta insieme da quasi cinquanta. Signori, non vorrei essere superficiale, ma Vicious è una serie sui gay anziani. Così, semplice semplice. Quindi: battute acide, autocommiserazione e grande ego per le imprese passate. Ian McKellen e Derek Jacobi interpretano un attore di scarso successo e il suo partner di una vita, che dopo 50 anni di relazione ancora non è riuscito a fare coming out con la madre.
Vicious non è una serie tv, è teatro ripreso con delle telecamere. Il primo episodio è ambientato per il 90% nel salotto dell’appartamento dei due protagonisti, intorno ai quali ruotano personaggi che sono tutti anziani e/o piuttosto rincoglioniti. I loro dialoghi sono ripresi in multicamera, mentre risate in sottofondo sottolineano le battute. Paleo tv? Anche di più, se solo conoscessi un prefisso in grado di rendere meglio l’idea di vecchiume.
Una serie che fa a pugni con tutte le caratteristiche che qui a Serial Minds leghiamo al concetto di “comedy bella”. Eppure Vicious non può essere stroncata. Perché Ian McKellen porta in scena un personaggio molto vicino al nostro Paolo Poli, con quella capacità di essere sferzante ed elegante insieme che ha sempre il suo perché. Nel pilot di Vicious ci sono parecchie battute e situazioni divertenti, come il personaggio della vecchia che si addormenta (visto e stravisto, ma comunque efficace). Certo, se per un istante si perde contatto con la serie e l’occhio cade sul calendario, parte un po’ di sconforto, ma va bene così. L’appartamento di Vicious è un mondo a parte, fatto di gesti affettati e battute acide. L’idea, forse, sarebbe quella di guardarsi insieme tutte le sette puntate, rendendo il tutto una sorta di spettacolo teatrale di due ore e mezza.
Perché seguirlo: perché alcune battute e idee di scrittura sono ottime e per la bravura degli attori
Perché mollarlo: perché è più vecchio del vecchio
p.s. il titolo è un richiamo a questa meraviglia: