L’associazione cattolica AIART: cancellate Game of Thrones da Rai4, è da depravati di Marco Villa
Ah, che gente illuminata che c’è al mondo
UPDATE: Game of Thrones non si muove da Rai4 e il direttore Carlo Freccero risponde alle critiche dell’AIART. Ecco la replica di Freccero: «Il Trono di Spade affronta contenuti adatti a un pubblico maturo, e come tale viene trasmessa da Rai4, con tanto di bollino rosso e alcuni tagli per il passaggio in prima serata. La brutalità e la sessualità del Trono di spade non hanno però lo scopo di titillare o traviare il pubblico, ma di trattare il mondo diegetico con il realismo imposto dal racconto in modo relativamente inedito per il genere fantasy. Senza le situazioni criticate da AIART, il senso di pericolo e la descrizione delle pulsioni dei protagonisti verrebbero a mancare, falsando completamente il ritratto, fantastico ma verosimile di uno spietato gioco di corte pseudo-medievale. Sarebbe come chiedere di rimuovere dalla mitologia le azioni più crudeli degli Dei o di espungere dalle tragedie greche i passaggi più violenti, come la morte di Clitennestra nelle Coeffore di Eschilo
Io sono dell’idea che di certe aberrazioni non bisognerebbe parlare, perché significa dare troppa pubblicità a situazioni o persone che non le meritano. Per dire: gli articoli di Camillo Langone su il Foglio, le sparate di Pontifex o quelle dei vari Borghezio. Quindi il dubbio ce l’avevo anche stavolta, ma alla fine ha prevalso la voglia di puntare il dito e mettersi a deridere i protagonisti della faccenda.
Allora: il 2 maggio Rai4 inizia a mandare in onda Game of Thrones, anzi Il Trono di Spade. In due versioni: una integrale, l’altra più puritana. Passano pochi giorni e l’AIART, illuminata onlus cattolica dedicata ai media, manda un telegramma al direttore generale della RAI per chiederne la cancellazione. Su dai, ve lo copio:
«il programma è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l’oscar della depravazione. E’ tollerabile che la Rai, servizio pubblico, alle 21 entri con un programma a luci rosse nelle case degli italiani? Si obietta che basta cambiare canale per non subire lo squallido programma: certo, ma perché in un Paese civile si deve sopportare l’incultura del servizio pubblico radiotelevisivo? La risposta amara è semplice: chi viola il buon senso e sperpera danaro pubblico è sicuro di non incorrere in sanzioni; chi dovrebbe erogarle è in tutte altre cose affaccendato!»
Una roba simile era già successa con Fisica o Chimica: cosa dire a questa gente? Nulla.
E pensare che di fantasy dovrebbero intendersene.