26 Aprile 2013 1 commenti

Le sitcom senza risate fanno ancora ridere? di Diego Castelli

Pillole di consapevolezza seriale

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L’anno scorso, per dimostrarmi inequivocabilmente che The Big Bang Theory era diventato una merda colossale, il Villa me ne fece sentire un pezzo senza le risate di sottofondo. Bisogna dire che il volume delle risate in The Big Bang Theory è effettivamente alto, e senza di esse lo show genera imbarazzo più che ilarità.

Ma in realtà, girovagando su youtube si possono scoprire altri video più o meno pesantemente taroccati per eliminare le risate di sottofondo dalle comedy multicamera, e il risultato è parecchio sconfortante. Vi faccio tre esempi: il primo è il già citato The Big Bang Theory, il secondo è Two and a Half Men, e il terzo, Dio mi aiuti, il mitico Friends.
Chi più chi meno, ma senza risate fan fatica proprio tutti.

Ora, non dico tutto questo per fare polemica col Villa su The Big Bang Theory, non era questo lo scopo del post. Mi interessava invece condividere con voi questa botta di consapevolezza seriale, perché tutti sappiamo che ogni tipologia di prodotto audiovisivo sfrutta precisi codici comunicativi tipici di ogni genere, senza i quali rischierebbe di affondare. Ma raramente riusciamo a percepire così bene (e così istintivamente) questo pur banale concetto, come quando vediamo una sitcom senza risate.

Eppure le comedy senza il pubblico in studio (vero o ricostruito) riempiono i palinesti di ogni rete. Dobbiamo dunque pensare che gli autori di Parks & Recreation o di Scrubs siano necessariamente più bravi di quelli di Friends, perché sanno far ridere senza bisogno del rinforzino?
Ovviamente non è così, perché chi scrive per una sitcom multicamera conosce alla perfezione (o dovrebbe conoscere) le dinamiche che si vengono a creare su un set, e costruisce il copione anche in virtù di quelle dinamiche. Pensiamo solo alla gestione dei tempi, visto che buona parte dell’imbarazzo che proviamo nel vedere i tre video più sotto risiede nel fatto che c’è molto spazio tra le battute, uno spazio che nella realtà è riempito dalle risate del pubblico, e che trasformato improvvisamente in silenzio diventa quanto mai inquietante. Senza contare i numerosi rimaneggiamenti che gli sceneggiatori apportano allo script anche durante le riprese, in una continua riscrittura che possa incontrare il favore del pubblico in studio, vero termometro della forza comica.
Chi scrive per una comedy senza pubblico seguirà altre metodologie e tecniche, prevedendo tempi e ritmi differenti, e sapendo che lo scopo ultimo è lo stesso, ma diversa è la strada per arrivarci.

E dopo sta botta di saggezza seriale del tutto non richiesta, vi saluto.

 

 



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