Game of Thrones – La terza stagione inizia con grandissima calma di Marco Villa
Tanto amore eh, ma una robina in più potevate metterla…
C’era il circolino rosso sulla data da mesi, un’attesa che non si percepiva dai tempi dell’ultima stagione di Lost. Giustamente, visto che è dell’erede di Lost che stiamo parlando. Anticipato da trailer, teaser e immagini di ogni tipo che, nel corso delle ultime settimane, hanno invaso i tumblr di tutto il mondo. È Game of Thrones, l’unico vero fenomeno di costume della serialità odierna. 31 marzo come data dell’inizio della terza stagione, 31 marzo come inizio di dieci settimane in cui contare i minuti che separano la messa in onda americana dal play sui nostri VLC.
Ovviamente una simile attesa aveva creato aspettative a mille, che solo la puntata del secolo avrebbe potuto ripagare. E ovviamente la puntata del secolo non è arrivata. Il primo episodio della terza stagione di Game of Thrones è un episodio nella media della serie, uno di quelli che ha riempito buona parte della seconda stagione, prima dei gran botti finali.
Valar Dohaeris, questo il nome del primo episodio, mette infatti in scena i principali piani narrativi della stagione, senza entrare mai nel dettaglio di nessuno di questi e, di fatto, senza far accadere nulla. L’unica situazione in cui qualcosa succede è quella beyond the wall che coinvolge Jon Snow, che arriva alla corte di Mance Rayder e, di fatto, inizia la sua opera da infiltrato nella sua gente. Con al fianco la rossa che ne vuole a pacchi e che, a naso, verrà presto soddisfatta.
L’unico altro momento che fa sussultare è legato a Khaleesi. Gli Immacolati promettono un gran bene nella loro robotica abnegazione che si spinge oltre la capezzolectomia. E poi il draghetto che arrostisce il pesce appena pescato è il momento di gioia inconsulta della puntata. La parte beyond the wall con i white walkers fa quasi rabbia per quanto viene relegata in un angolino e per quanto sia palese che si tratti di meccanismo di creazione di attesa e suspense, un po’ vien voglia di incazzarsi.
Per il resto, ci sono delle grandi chiacchiere. Grandi chiacchiere a King’s Landing, a tutti i livelli, grandi chiacchiere nel Nord, grandi chiacchiere e piccolo drama (di cui francamente frega un cazzo) a casa Baratheon. Si parla tantissimo in questa prima puntata ed è evidente che l’obiettivo di questa prima ora è di porre le basi per quello che succederà. E in questo senso l’obiettivo è più che raggiunto, perché tutto quello che le chiacchiere lasciano presagire è interessante. O almeno lo sarà. Dicevo: le aspettative erano a mille, ovvio che un po’ di amarezza affiori alla fine della puntata. No, la parola delusione non la uso perché non ha senso. Del resto, se non facciamo recensioni di singoli episodi è perché siamo convinti che le serie vadano valutate e analizzate su periodi più lunghi.
E ancora: ci sono serie che devono sfruttare ogni minimo gancio per sopravvivere e restare a galla e altre che possono fregarsene, dall’alto della loro forza. Non sto nemmeno a dire a quale categoria appartenga Game of Thrones e non sto nemmeno a ribadire quanto la fiducia in questa serie sia assoluta.
Detto questo, simpatici amici di Game of Thrones, una robina in più potevate anche metterla, eh.