Spies of Warsaw – Il polpettone con il Doctor Who di Marco Villa
Una serie con un titolo piuttosto esplicativo. E con David Tennant.
La situazione è questa: l’altroieri è andato in onda il pilot di The Americans, ieri quello di Do No Harm. Sarebbe bellissimo parlare di quelli, ma ancora più bello è avere una vita sociale, ammettiamolo. Quindi non li ho ancora visti e vi parlo di una cosa che ho visto qualche sera fa, senz’altro con meno appeal dei titoli citati sopra, ma così vanno le cose e così devono andare. Certo mi piacerebbe dirvi: oh, tranquilli, parliamo delle serie nuove americane la prossima settimana, ma questa ennesima serie inglese è l’altrettanto ennesima bomba. Di nuovo: no.
Spies of Warsaw è una serie che è andata in onda nelle scorse settimane su BBC, tratta dall’omonimo romanzo di Alan Furst. A dispetto del titolo, parla di spie a Varsavia. L’anno è il 1937 e capite che la Polonia era un filo al centro dell’attenzione, in quel periodo. Se non lo capite, amici miei, avete qualche problema di non poco conto con la storia contemporanea e non è che qui il provveditorato ci paghi come supplenti. Ad ogni modo, si parla di agenti segreti tedeschi contro il resto del mondo e ovviamente la narrazione della serie sta dalla parte del resto del mondo. In particolare sta dalla parte di Jean-Francois Mercier, interpretato da David Tennant, ovvero la decima incarnazione del Doctor Who.
Il personaggio di David Tennant è un eroe di guerra francese spedito nella fredda Polonia per tenere d’occhio i movimenti dei tedeschi appena al di là del confine. È fascinoso e pieno di cicatrici e le donne varsaviche si gettano nel di lui letto senza soluzioni di continuità. E lui, vedovo, giustamente si guarda bene dal respingerle. In questa frasetta c’è tutto Spies of Warsaw che si sviluppa sul doppio filone spy story-romance, con netta supremazia della seconda. Certo, ci sono intrighi, spie, rapimenti, rischi e tensione, ma dal pilot è subito chiaro che l’interesse principale della storia è capire quando (il se non è in discussione) il protagonista quaglierà con la bella varsaviotta che ha puntato.
Da una parte, quindi, una storia di spie, che è sempre un bel raccontare e un bel vedere, con l’aggiunta dell’ambientazione pre-seconda guerra mondiale che è un elemento lontano dal mondo seriale. E c’è David Tennant che è bravo e non lo si scopre certo oggi, con quel suo mood sempre un po’ sofferente. Dall’altra parte, però, c’è un polpettone stile sensualità a corte che anche no, perché i personaggi femminili non sono per nulla interessanti (siamo ad anni luce da quelli di Mr. Selfridge, per dire) e se anche la varsaviella citata in precedenza si rivelasse alla fine una crudele spia tedesca, il suo spessore e interesse sarebbero comunque prossimi allo zero.
Due puntate da 90 minuti di questa roba qua si vedono anche, intendiamoci. E non si fa nemmeno fatica. Però Spies of Warsaw è proprio tra le cose da mettere lì e fare invecchiare. Quelle cose che scaricate, ma che hanno una possibilità su cento di essere viste.
Perché seguirlo: per l’ambientazione interessante e per la bravura di David Tennant
Perché mollarlo: perché alla fine è un polpettone eh