9 Novembre 2012

Misfits 4 – Tremate, tremate, Rudy e gli altri son tornati (Manca qualcuno, ma non manca niente) di Vale Marla Morganti

Non fa rima, ma pazienza

Copertina, On Air

Non capisci quanto realmente possa mancare, al tuo palinsesto e a te, Misfits fino a quando non ritorna on air. La terza stagione è stata un condensato di piani spaziotemporali che si intersecavano, salti nel tempo nella Germania nazista, siamo nella serie in cui la rozza Kelly è un rocket scientist (che è molto più figo che ingegnereaerospaziale), Curtis deve affrontare una volta al mese problemifemminili e il fatto di essersi autoingravidato, Simon apre porte verso nuove dimensioni, gente resuscita i morti. La terza stagione si conclude con un’invasione di walkers, harakiri, resurrezioni di probation workers assetati di vendetta, i piani temporali che si ricongiungono, si sorpassano e si annientano.

La terza stagione, insomma, è arrivata a livelli narrativi altissimi portando la serie a riflettere su se stessa e a riflettersi su se stessa. Il Villa ha già parlato di un’epica interna, che non ha nulla a che spartire con l’autocitazionismo narcisistico, anzi è un modo per palesare una forte identità dell’intera serie, nonostante spesso elementi e situazioni sembrino comparire senza una grande logica o coerenza.

La quarta stagione sembra cambiare registro, che qualcuno si perdeva lo si era intuito dalla conclusione della precedente, che i piani spaziotemporali si riappianassero su quello del presente era necessario. Se nella scorsa era più il personaggio di Simon e Superhoodie a tirare le fila della narrazione, in questi primi episodi sembra che il giullare di corte, erede dell’indimenticato Nathan, nonché il molteplice se stesso Rudy sarà il fulcro degli eventi. Ora, non voglio trasformare questo ingresso nella nuova serie in un elogio di Rudy, ma tutto quello che ha seminato dalla scorsa stagione sta esplodendo in questi nuovi episodi. Se prima fungeva più che altro da sottotrama comica e grottesca per far dimenticare quella bomba che era Nathan, ora possiamo dire che si è completamente smarcato dal suo ruolo di ombra che non deve far rimpiagere il suo predecessore e si è impossessato in modo completo del ruolo di leader che, grazie alle sue molteplici personalità, riesce ad avere anche una concretezza.

E direi che ce n’è bisogno perché, a dispetto del fatto che i primi due episodi sono molto forti, e il trailer del terzo premette solo bene, con la quarta stagione si sono perse le storie e i personaggi più forti. Però Misfits ci ha insegnato a non dare nulla per perduto. Se muore un Nathan se ne rifà un altro, se, o meglio quando, muore un probation worker ne arriva un altro che per qualche puntata fa il suo dovere, se un ragzzetto gracile e timido deve diventare un vero supereroe mettersi con la più figa del gruppo e salvare il mondo, lo farà e bene, se quella rozza di Kelly si mette con quel figo di Seth, beh doveva andare così.
Abbiamo perso dei personaggi che ci accompagnavano dalla prima serie, come se non fosse già successo, eh? Per quanto possa durare il nuovo probation worker sembra un elemento che potrebbe regalare molto, i due nuovi community server (Jess – Karla Crome e Finn – Nathan McCullen) non hanno poteri esilaranti ma sembrano avere le carte in regola, epica la battuta della nuova femminuccia Jess al barista quando le chiede come mai una così carina fanciulla possa essere ai lavori sociali “Ho aggredito sessualmente un barista figo” lasciando impietrito e impaurito dietro il bancone 90 di chili in muscoli e testosterone. Senza tralasciare una figa assistente dell’assistente sociale e il sorpacitato barman figo, che potrebbero essere esche lanciate così per così, oppure no. Per dire che la scomparsa di Kelly (dai non è uno spoiler, lo si sapeva già da tempo), diventata l’idolo delle masse in un villaggio africano dove disinnesca mine, riesce a non far gridare all’abominio e a essere somatizzata dalle prospettive più che buone e dalla curiosità per i nuovi personaggi.

Quando una serie dimostra di essere fatta con criterio e controcoglioni, io non ho dubbi. Aspetto solo con impazienza la prossima puntata. Se, come penso e come sembra da questo inizio stagione, in questa serie si perderà meno energia nei diversi piani temporali e di significato, ne acquisterà la scrittura orizzontale in sé. Meno voli pindarici e più sostanza. Un grottesco che ritorna quello delle origini, dato più dalle situazioni che da evoluzioni futuribili e dickiane. Ma senza perderci a nostra volta in voli pindarici su evoluzioni future della stagione e a flussi spaziotemporali che ritornano su loro stessi, guardiamo al presente e al prossimo martedì, concludendo con un profondo pensiero di mr.Wade “Bene. Prima che…inizino a volare accuse e recriminazioni, prima che l’armonia si tramuti in discordia e tutti comincino a urlare, puntare il dito contro gli altri…voglio solo dire, per la cronaca, con una mano sul cuore e l’altra sulla Bibbia…che non sono stato assolutamente io a lasciare quello stronzo galleggiante in bagno.”

 

 

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