Once Upon a Time 2 – Principesse manesche di Diego Castelli
La nuova stagione viaggia sul filo del ridicolo, ma in fondo piace così
Dunque dunque, è il momento di fare un piccolo aggiornamento su Once Upon a Time.
Ricordate il finale di maggio? Si era parlato del fatto che gli sceneggiatori – chiudendo la vicenda della maledizione – si erano presi un lodevole rischio: invece di sbrodolare per dieci stagioni sullo stesso problema, avevano dato una forte accelerata, chiudendo molte linee narrative per affrontare qualcosa di nuovo. Cosa fosse questo “qualcosa” era tutto da scoprire, visto che ci eravamo molto avvicinati a un definitivo “vissero felici e contenti”, sporcato solo da una poco rassicurante nube rosa.
La nuova stagione parte da un assunto molto semplice: col cazzo che viviamo tutti felici e contenti!
Il primo problema è che il ritorno dei ricordi e della magia non mette fine né alle brame di potere di Regina né a quelle di Gold/Tremotino (so che dovrei scrivere il nome inglese perché qui siamo international, ma capite che sbattimento è ricordarsi il nome Rumpelstiltskin?). Questa lotta infinita comporta l’evocazione di un inquietante spirito maligno, che dovrebbe succhiare l’anima di Regina ma che in un primo momento viene allontanato da Biancaneve usando uno spray infuocato. Perché è risaputo che i demoni immortali e potentissimi si cagano addosso appena vedono un cerino. Nonostante la strizza, lo spirito si rifa’ sotto poco dopo – anche se il Principe aveva furbescamente dato fuoco a una temibile scopa di saggina – e stavolta succede il patatrac: Biancaneve ed Emma finiscono per errore nel cappello del Cappellaio Matto, e vengono catapultate nel mondo delle fiabe, o per lo meno in una parte di esso che, chissà come, non era stata colpita dalla maledizione.
Per chi rimane a Storybrooke le cose non vanno tanto meglio.
(Aperta parentesi: uno dei motivi che deve aver convinto gli autori a spezzare la maledizione riguarda la crescita del piccolo Henry, il cui interprete non poteva “non crescere”. Già adesso sembra pronto a fondare i nuovi Backstreet Boys, e tra poco cambierà voce passando da Trilly Campanellino al pirata Spugna. Non si poteva proprio fingere che il tempo fosse fermo. Chiusa parentesi.)
Vero che il tempo ha ripreso a scorrere e che ora tutti si ricordano della loro vita passata. Però nessuno sa come tornare nella Foresta Incantata, e se qualcuno prova a uscire dai confini della città dimentica ancora una volta tutto ciò che concerne la magia e il glorioso passato fiabesco, abbracciando totalmente la propria natura “realistica”. Tra l’altro, fanno la prova col nano Eolo, che da quel momento in poi rimarrà per sempre un povero cristo eternamente raffreddato in mezzo a una mandria di matti. Ci sarebbe abbastanza per farne un drammaticissimo spin-off su AMC, ma di questo parleremo un’altra volta.
Insomma, di nuovo due diversi scenari: il nostro mondo, dove il Principe cerca di guidare i suoi sudditi confusi e smarriti, e il mondo delle fiabe, dove Emma e Biancaneve incorrono in tutt’altri problemi in attesa di essere salvate/raggiunte da amici e parenti.
Con questa nuova struttura, gli sceneggiatori sono riusciti a mantenere il doppio binario realtà vs fiaba (che l’anno scorso era garantito dai numerosi flashback dedicati ognuno a una diversa favola famosa), aggiungendo nuove sfide a sostituzione di quelle vecchie ormai risolte. I flashback sono rimasti (vedasi la gioventù di Regina nel secondo episodio), ma probabilmente avranno uno spazio minore, visto che la presenza narrativa della Foresta Incantata è garantita dalle vicissitudini di Emma e Mary Margareth. Ora vengono raccontate due vicende cronologicamente parallele, mentre l’anno scorso i piani temporali erano sfalsati.
Il risultato di tutto questo po-po di sforzo non è male. Cioè, bastano due puntate per essere nuovamente tirati dentro in una storia che sembrava irrimediabilmente conclusa. Peraltro, la comparsa della madre di Regina garantisce nuovi sviluppi potenzialmente interessanti, perché ci han detto subito che la vecchia è una rompicoglioni senza possibilità di redenzione. Detto questo, volendo fare proprio i pignoli, questo sforzo di scrittura si percepisce anche troppo. Il salto rispetto alla stagione passata è evidente, e c’è un chiaro senso di “ripartenza”, piuttosto che di sviluppo pienamente fluido. Il concept della serie è in larga parte perduto con lo svelamento del grande inganno di Regina, e quindi ora lo show ha preso una direzione diversa, che racconta vicende soprannaturali di personaggi conosciuti in un contesto apparentemente molto simile, ma anche significamente diverso.
Lo ripeto ancora una volta: si tratta di minuzie, e chi finora non ha fatto una piega di fronte a nubi rosa, castelli fatati e riedizioni anche vigorose delle fiabe classiche, non si farà nessun problema per questi nuovi aggiustamenti. Ma l’inizio della serie, un anno fa, era stato sicuramente più preciso e solido.
Per quanto mi riguarda, a interessarmi c’è anche una certa tamarraggine che l’anno scorso non notavo. Tutto merito della Foresta Incantata, dove Biancaneve & figlia incontrano niente meno che Aurora, la Bella Addormentata nel bosco. Rimasta fuori dalla maledizione (il motivo ancora non si sa), Aurora attendeva in coma l’arrivo del principe Filippo, che riesce a raggiungere la fidanzata narcolettica solo allo spezzarsi dell’incantesimo. Solito limone con la svenuta, e poi via, verso nuove avventure, se non fosse che Biancaneve gli piomba tra capo e collo. Ma attenzione, perché qui c’è la vera tamarrata: braccio destro del principe Filippo è Mulan.
O_O
Come Mulan? Ma cosa c’entra? Ok, anche lei è protagonista di una sorta di leggenda tradizionale (con un fondamento reale), ma è una leggenda cinese! Dai su, quante mamme occidentali hanno raccontato la storia di Mulan ai figli per farli addormentare, prima dell’arrivo del cartone della Disney? La presenza della guerriera cinese rischia di mandare in vacca tutta l’atmosfera, vuoi per il forte senso di incongruenza, vuoi per il ciuffo completamente osceno, ma ancora una volta riesce chissà come a non stonare, in una serie che tra le sue armi migliori mette l’accumulo di archetipi e figure tradizionalmente diverse, improvvisamente raccolte tutte sotto lo stesso tetto. E allora sai che c’è? Voglio anche Xena e Batman!
Anche perché questo trittico di principesse ci avvicina al momento più alto di questi due episodi. A un certo punto, Biancaneve tenta di fuggire ma viene subito ricatturata. Vista di sfuggita, questa scena può sembrare relativamente normale. Ma pensateci un attimo: Biancaneve colpisce la Bella Addormentata al ventre, solo per poi essere tramortita con violenza da Mulan. Cioè, in questa serie le principesse Disney si picchiano tra di loro.
Avete letto il pezzo di ieri del Villa? Il mio socio inveiva contro la banalità e la mediocrità, addirittura più che contro la bruttezza. Ecco, Once Upon a Time può far cagare, e non nascondo che ci sono momenti in cui mi fa proprio ribrezzo (vedere fantasma bruciato). Ma è talmente diverso dal resto, specie ora che si sono autocostretti a inventare le peggio cose, che non si può non vedere.
Cioè, le principesse che si picchiano…
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