Un tempo c’era solo l’Inter – Dipendenze Serie di Vale Marla Morganti
Un post molto emo
Un tempo ero una sfegatata fan dell’Inter. L’Inter quella bella. L’Inter che non vinceva mai, che ti faceva soffrire, che segnava sempre intorno al novantesimo, che era fatta di mediocri scarponi e di qualche fenomeno, l’Inter del Chino che ti faceva una partita sì e 10 no, l’inter di Simoni, l’Inter con Benoit Cauet, Taribone West, Zamorano, Diego Pablo Simeone, ok lo dico, Ronaldo. A quell’epoca l’Inter occupava gran parte del mio tempo vitale. Andavo in curva Nord, ho fatto la tessera per 5 anni, tutte le trasferte davanti allo schermo del bar, fantacalcio ogni giornata. Non consideravo chi non seguiva il calcio perché non concepivo come il calcio non potesse interessare. Durante la partita nessuna distrazione non calcistica. Il cellulare solo per messaggi di insulti a qualche amico milanista o juventino. Ogni uscita serale con amici, monotematicamente a tema calcistico. “Vuoi uscire con me?” “No guarda, aspetto che Nicola Ventola si accorga di me”. “Vieni al mio matrimonio?” “No dai cazzo c’è il derby”. “Non trovo un lavoro, nessuno mi vuole, i miei genitori mi odiano, perché la vita è così difficile” “Bravo hai proprio ragione. Non capisco perché cazzo è così difficile non capire che con questi giocatori non è possibile giocare col 4-4-2”“No scusa tu non hai capito di cosa sto parlando, cioè è una cosa seria” “Ma certo cazzo sì, è seriamente inconcepibile che non mettano un trequartista”. “Oh sono arrivata al cinema proprio in zona cesarini”. “Perché dribbli le mie domande?”. “Oh il prof ti è entrato duro con la domanda sulla gnoseologia di Platone, però t’ho salvato col mio assist sul Menone”. Poi c’è stata calciopoli. L’inter ha iniziato a vincere. Ventola, vabbè Ventola ci lasciò già quando era ancora in squadra. E io ho completamente abbandonato curva, bar, gazzetta, amici, poster, sciarpe, ciabatte, maglie, pigiami, lenzuola, uova di pasqua. Poi è iniziato Lost.
Stento a credere che se siete arrivati fino a qua, non abbiate commentato con un “cazzo anch’io” o un “l’ho appena detto/fatto/pensato”, “oh pezzo di merda con Daenerys Targaryen ci esco già io, ora chiamo a raccolta Vyserion, Rhaegal e Drogon e faccio ardere vivo sto bifolco”, “lo voglio come amico per commentare le puntate e ubriacarmici insieme a ogni series finale, dato che nessuno mi capisce”, “lo voglio sposare”, “voglio dei figli come lui, almeno avrò qualcuno con cui parlare del finale di Lost per sempre”.
Stento a credere che non siate le persone che hanno l’armadio pieno di maglie con scritte tipo “4,8,15,16,23,4*” (no non ce la faccio a scrivere la serie completa), “Team Bishop”, “Better Call Saul”, “I’m Peggy Olson and I want to smoke some marijuana”, che hanno come sito più contattato itasa, che quando salgono su un aereo un po’ ci sperano che cada, che sono convinti che Collina sia September, che hanno iniziato a studiare un po’ di chimica perchè non si sa mai che un giorno trovi un camper nel deserto, che imprecano contro il sistema universitario italiano perchè non ci sono Community College, che Bazingaaaaaaaaaa, che stanno cercando il modo di imparare il Dothraki, che “un tatuaggio? Pensavo di farmi un reaper sulla schiena”, che quando incontrano un altro serialdipendente non riescono a non fare un punto della situazione con commenti e proiezioni future, che si sono dati all’alcol pesantemente dopo il 23 maggio 2010, che guardano compulsivamente serie per trovare l’erede di Lost, che ora dicono come un mantra ma con un po’ di paura “forse Game of Thrones è l’erede di Lost”, che creano senso di fastidio negli amici perchè cercano di sensibilizzarli alla causa suggerendo questa o quell’altra serie perché “ti giuro poi non ne farai più a meno”, che hanno iniziato a guardare serie perchè Lost era da vedere ma pensavano “cià vediamo sta cazzata, ne vedo una poi smetto quando voglio”.
Poi è la fine.
“Ciao a tutti sono Valentina, fumo, bevo e guardo serie.”
– Grazie Valentina per aver condiviso con noi le tue parole. Diego, Marco, serialminders sparsi nella rete, chi vuole condividere con noi la sua dipendenza?