Finisce How I Met Your Mother, inizia How I Met Your Father? di Diego Castelli
Notizie succose in arrivo!
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La notizia è di quelle che fanno partire quattordicimila pensieri.
I giornalisti di TvLine hanno intervistato Carter Bays e Craig Thomas, produttori esecutivi di How I Met Your Mother, ponendogli tra le altre una domanda tanto semplice quanto importante: la serie può sopravvivere in qualche modo anche oltre lo svelamento dell’identità della Madre?
E se si aspettavano una risposta del tipo “non so, vedremo…”, sono rimasti piacevolmente sorpresi.
Bays ha dichiarato che autori e produttori hanno riflettuto sulla possibilità di uno spinoff che gli consentisse, da una parte, di portare finalmente a compimento la storia della Madre (magari alla fine della stagione), e dall’altra di rilanciare la serie in qualche nuova forma, del tipo “Ecco cos’è successo dopo che ho conosciuto vostra madre”.
Ma c’è anche un’altra possibilità. “Abbiamo anche parlato di tornare indietro fino al 2005, creando una serie dal titolo How I Met Your Father”, ha rivelato Thomas con una risata. “Raccontando la storia dalla prospettiva della Madre e di quello che ha fatto in quegli anni, magari facendola capitare al McLaren senza che nessuno la noti.
Uno scatenato Bays ha poi sollevato un’altra ipotesi ancora. “Possiamo anche far finire la storia della madre con la stagione 8, e poi ripartire dalla stagione 9 con una cosa tipo ‘A proposito ragazzi, ecco alcune cose che non vi ho raccontato’, raccontando 24 piccole storielle spalmate qui e là nel corso della serie. Tipo ‘ecco qualcosa di divertente successo nel 2006’”.
I produttori esecutivi hanno sottolineato che le discussioni sul finale sono cominciate a serpeggiare perché è loro intenzione evitare di tirare troppo la corda, allungando la storia in modo forzoso. Cosa che, dico io, in parte si è già cominciato a fare, visto che la stagione sette sta accumulando un po’ di puntate quasi del tutto a sé stanti, senza più riferimento alcuno al matrimonio di Barney, con cui si era chiusa la sesta stagione e aperta la settima.
Ovviamente, il network vuole la prosecuzione del franchise, che tuttora raccoglie ascolti più che soddisfacenti. Ma gli autori vogliono anche avere qualche informazione certa, per sapere quanto e come dovranno ancora allungare il brodo, prima di poter raccontare la storia che già hanno in testa.
A questo punto, lasciatemi fare un paio di considerazioni personali. A mio giudizio, la possibilità di raccontare quello che è successo dopo lo svelamento della madre è del tutto percorribile. Certo, l’identità della donna misteriosa è uno dei motivi per cui seguiamo la serie, ma non certo l’unica. Piuttosto, toglierci questo benedetto sassolino dalla scarpa potrebbe consentire di ideare altre storie di ampio respiro, che siano legate ad altri temi e altre situazioni. Cioè, non mi dispiacerebbe seguire la nascita dei figli di Ted o altro, mentre avrei più problemi a sorbirmi altri 35 episodi in cui non c’è nulla di succoso da raccontare perché altrimenti si spoilera troppo sulla Madre.
Quindi, come avrete intuito, sono del tutto contrario anche a una nona stagione basata su storielle a caso, prese dai punti più svariati della serie. Questo scenario potrebbe anche svelare retroscena interessanti, con la riproposizione in chiave diversa di passaggi già conosciuti, ma il rischio di avere davvero tante storielle completamente slegate e di difficile collocazione temporale, mi spaventa non poco.
Stuzzicante in tutt’altro modo, invece, l’idea dello spinoff “vero”. Creare una serie tutta nuova, con una nuova protagonista e nuove ambientazioni, permetterebbe di scrivere una sitcom fresce e originale, con in più una possibilità per me meravigliosa: a intervalli più o meno regolari, far capitare la Madre al McLaren, facendoci vedere sullo sfondo Barney Stinson che disegna grafici nell’aria, o Marshall che si strugge per il lavoro, o che so io. E non dimentichiamo che la Madre era una studentessa di Ted (così lui ci ha detto in più di un’occasione), quindi nascerebbero nuove possibilità di cameo anche su quel fronte.
Insomma, le possibilità sono molte, alcune più zoppicanti, altre più intriganti. La mia personale speranza, comunque, è che si riesca quanto prima a recuperare un filo logico preciso e solido della storia, che in queso momento, nonostante la generale piacevolezza, sembra un po’ a corto di fiato.
Su basi diverse, ma l’abbiamo detto anche di Fringe: quando andare avanti diventa difficile (per motivi economici o narrativi, poco importa), meglio dare un’accelerata finale che ci dia enormi soddisfazioni, piuttosto che trascinarsi con soluzioni-tampone che rischiano di disperdere quanto di buono fatto in precedenza.
Staremo a vedere!
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