One Tree Hill – Alberi, colline, ma soprattutto tronchi! di Vale Marla Morganti
La Morganti alle prese con un lungo teen drama. Molto teen, molto drama, molto lungo!
Ormai sarò conosciuta come quella delle serie inutili… Ebbene sì guardo un sacco di serie, ma soprattutto guardo tantissime serie inutili. E secondo me One Tree Hill è proprio una di quelle serie inutili inutili, che però persisto a guardare incurante di quanto faccia male al mio fragile animo la bile che si riversa nelle mie interiora guardando le puntate e pensando che magari io avrei potuto scrivere qualcosa di meglio. Ma che dico, io di certo avrei scritto qualcosa di meglio, o quantomeno con un senso, non come succede in questa serie dove le cose succedono a caso, i personaggi sono abbastanza a caso, e soprattutto spesso compaiono e scompaiono a caso. Sì sarò molto dura e critica nei confronti di questa serie che ha grandi potenzialità (in US è comunque materiale da prima serata) ma dal mio punto di vista scivola troppo spesso nella banalità, nel “ma da dove salta fuori questo”, nel “no ma dai non può essere”, nel “che due palle”. Quindi come giustificare il fatto che sono arrivata all’ottava serie, senza passare per una bipolare? Da una parte c’è da tenere in conto il mio radicato masochismo e dall’altra una forte propensione per il machismo (e qui pullulano le nudità maschili esibite senza ragione). Non si può anche non dire che nonostante il big picture sia di scarso interesse le puntate in sé non sono mal costruite, e hanno quel qualcosa, che ancora non mi spiego (e no, qua non mi riferisco alle tartarughe degli attori), ma che ti prende e ti stravolge. E ti fa piangere. Sì io piangevo guardando Mila e Shiro e ora piango come una fontana guardando ogni singola puntata dell’Albero Collina. Quindi masochisti, sadici, donne dall’ormone attivo continuate a leggere per ulteriori istruzioni sullo show. Voialtre che potete, esimetevi dall’arduo compito.
Ora… iniziai a seguire One Tree Hill nei caldi pomeriggi dell’estate 2005, quando Rai 2 decise di trasmettere questo telefilm dove si giocava a basket nel campetto in riva al fiume, si andava a scuola, qualche ragazza madre, qualche diatriba familiare, insomma le storielle che possono animare una cittadina fluviale del Nord America. Sulla carta sembra di parlare di Dawson’s Creek, infatti si può dire che One Tree Hill è arrivato in Italia in veste di fratello sfigato della compagnia di Dawson Leery. Anche se poi ha avuto il balzo di Caino sotterrando la combriccola del giovane regista angosciato dalle sue paranoie, arrivando all’8a serie (con conferma per la nona, nonostante un netto abbassamento degli ascolti, imputato da una parte al calo generale avvertito dalla rete, dall’altro arrivato in concomitanza con la dipartita di due protagonisti storici, Chad Michael Murray e Hilarie Burton). Quando invece il buon Dawson si è arenato alla sesta, concludendo con la tristissima auto-rappresentazione della serie in un telefilm sulla vita della piccola baia di Dawson.
Il gruppo storico è composto da Nathan e Lucas, i due fratellastri che prima si odiano poi diventano amici poi fratelli, Peyton e Brooke, le due cheerleader amiche-nemiche e poi sistaaaa, Hayley e Mouth secchiona e sfigato che nelle serie acquistano sexappeal e storie da prima pagina.
Diventa veramente complesso cercare di tirare le somme, anche perché sono (a ora) 8 stagioni molto intense, tutte intorno ai 20 episodi, nel corso delle quali si assiste all’evoluzione di questo gruppo di ragazzi inizialmente brufolosi e sui banchi di scuola, che a forza di hamburger e basket sono cresciuti, si sono innamorati, traditi, riprodotti, lasciati, morti, uccisi, arricchiti, realizzati, sposati.
La cosa a mio avviso di rilievo nella serie (oltre alle fisicate degli attori) è stato il salto temporale di 4 anni, 6 mesi e due giorni (titolo della prima puntata della quinta stagione) rispetto all’ultima puntata della quarta, quando i baldi giovani si diplomavano. Si salta quindi tutto il periodo universitario e si arriva direttamente al “come sono diventati”, evitandoci l’ennesimo strazio di “vita da college”. Questo è l’unico favore che ci hanno fatto. 4 anni di seghe mentali, di lentezza e di logorrea in meno.
Dopo studi approfonditi delle sceneggiature sono riuscita ad arrivare al tema portante della serie: Tree Hill è una città magica, perché chiunque ci nasca o ci passi diventa un personaggio di successo. Ebbene sì, Albero Collina è la cittadina americana con la più alta densità di personaggi di fama nazionale d’America. Nathan arriva a giocare nell’NBA, Lucas scrive un libro sulle storielle del suo gruppo di amici che viene pubblicato e diventa bestseller, Hayley diventa cantante country da tour, Mouth giornalista sportivo, Brooke apre una casa di moda che diventa la Dolce & Gabbana made in USA, Peyton oltre che essere nella top list delle persone più depresse d’America fonda una casa discografica che produce la nuova stella del pop americano ovviamente residente a Tree Hill, Mia Catalano.
Ma se per caso decideste di sbattere (ripetutamente) la testa su questa collina con un solo albero non dimenticatevi di scaricare i subs con commenti di itasa che vi aiutano a occupare i tempi morti che nella serie la fanno da padrone (io l’ho sempre guardata a velocità x2 almeno riscontrando comunque momenti di noia) e aiutano a creare un metatesto fatto di sfottò nei confronti di attori, storie e sceneggiatori che vi garantisco valgono il prezzo del biglietto e risarciscono dell’inutilità intrinseca alla perdita di tempo perpetrata. Quindi mettete in conto che il tempo perso a leggere ‘sto papiro è quello risparmiato nelle vostre vite. In conclusione, se volete perdere 45 minuti (o 22’30” se guardate a velocità perdue) per vedervi un paio di fisicate è tutto a vostro rischio e pericolo. Non additatemi mai come foraggiatrice di alberi o di colline, solo di tronchi, nudi e ben torniti, quello sì.