La versione di Tina – L’abbacchio, oggi e per sempre. di Vale'n'Tina
Com’è che nei telefilm tutti mangiano e nessuno inchiatta?
Questo, premetto, è un pezzo di polemica sterile e inutile. Sto infatti per iniziare a lamentarmi dell’irrealisticità del mondo telefilmico e dei modelli di perfezione diafana ed eterea da esso propinati, modelli che rendono la nostra vita più meschina e ardua di quanto non sarebbe in realtà.
Questo è un pezzo di polemica sterile, dicevo, polemica inutile. Ti lamenti che la finzione è finzione e non è realtà? Prolifico…
Sì, mi lamento,’mbè?
In particolare –essendo alle soglie della temuta “prova costume” {trappola inventata dai maledetti pubblicitari per vendere più Kellog’s Special K che, si dice, fanno la pancia piatta [in quale mondo dietologico, dico io, non sapete che i carboidrati sono il cemento dell’obesità?(frase che ripeteva continuamente e inspiegabilmente il mio professore di fenomenologia)]}, comunque, il concetto è: stiamo per snudarci tutti ed esporci al pubblico additamento; gli uomini… no, ma nemmeno voglio INIZIARE a mettere bocca sull’argomento. Mentre essi si presentano panza-muniti e con uno strato di peli che nemmeno fossimo in inverno che ti devi mettere il maglione (devo continuare?), noi donne cominciamo verso marzo-aprile a provare un vago senso di fastidio alla bocca dello stomaco.
Si chiama: PANICO.
Detto panico affonda le sue radici in quei modelli di filiformità sopra menzionati. Ora: di per sé non c’è nulla di male a mettere in scena un mondo fatto essenzialmente solo di grandi fighi e grandi fighe. Non c’è un ospedale uno (da House a Grey’s Anatomy) con personale sotto il livello top model, per dire. Ma a me questo va bene, e mi fa pure piacere. Lo sapete che io ho una venerazione speciale per dottor Bollore. Sei un pezzo di carne e va a beneficio della comunità mostrare i tuoi bicipiti.
E come diceva una mia cara amica ieri sera a cena “me vorrei pure evità de vedè quanto sò diventati bbbrutti i ragazzetti de ‘n medico in famija”.
Però, c’è appunto un però: Dr. Bollore, Stranamore, Fran de La Tata e in generale CHIUNQUE nella vita faccia il personaggio in un telefilm, passa le sue giornate a NON ANDARE in palestra e a NON NUTRIRSI di tisane al finocchio. Ecco, questo mi fa incazzare: cari sceneggiatori americani, non è la prima volta che me le fate girare, ma con questa si supera davvero il limite.
Se mi fai vedere una alta tipo everest, col fisico perfetto, i capelli perfetti e il trucco perfetto, NON me la puoi piazzare la scena dopo alla tavola calda che si abboffa di hamburger e patatine. Se mi fai vedere un manzone tutto muscoli, NON puoi farmi credere che costui non abbia mai visto la sala pesi manco di striscio! Oh sceneggiatore americano, ma non ti rendi conto che così facendo alimenti l’insana certezza che io possa continuare a fare questo
senza dover poi espiare nessuna colpa? Oh sceneggiatore americano, le cose sono due: o tu sei uno di quei quattro stronzi sulla terra col metabolismo super veloce –e per inciso, vi odio tutti e quattro-, oppure mi prendi per il culo. E non ti conviene, prendermi per il culo, visto che a causa tua non è che sia poi tanto leggero… Se tu mi metti una Mike&Molly cicci bombi che se magneno pure la carta del cornetto algida, è giusto, va bene. Te sei magnato pure le gambe del tavolo? E mo pesi duecento chili, si chiama: KARMA. Oppure, ti nutri di tanta tanta tanta aria e qualche gambo di carota secco? Hai quindi il peso di un feto? E ci mancherebbe! Se io spettatore vedo te feto nutrirti del nulla e pesare un grammo, non potrò mai e poi mai aspettarmi di non vedere tramutarsi in cellulite quella carbonara che mi sono appena strafocchiato. Io spettatore, davanti a modelli e stereotipi che mantengono un rapporto alimentazione/conformazione fisica verosimile, posso scegliere liberamente se affrontare dei sacrifici nutrizionali o meno. Posso decidere che l’abbacchio me lo scofanerò oggi e per sempre, oppure mi dedicherò ad una vita di ascetismo e farò tiè a tutti in spiaggia sfoggiando una meravigliosa 40.
Oh sceneggiatori americani, devo forse ricordarvi cosa avete recentemente fatto della povera Francesca?
Insomma, oh sceneggiatori americani, vi prego di smetterla di propinarmi donne che possono mettere il bikini pur vivendo a lasagne e milkshake. Non è giusto. E noi poi qui si vive male.
Ps: adesso che vi siete già letti tutto l’articolo posso dirvi la verità: alle cose che ho scritto ci credo veramente, ma tutto ciò era essenzialmente solo un pretesto per mettere la mia foto mentre addento quel tripudio orgasmico di colesterolo e burro anche noto come cup cake.
Cup cake, mi manchi.