12 Luglio 2011 4 commenti

Serialminder in vacanza di Diego Castelli

Guida pratica per non lasciarsi tentare dalla vita “vera”

Ormai è tempo di vacanze. Spiagge, sole, mare, stelle cadenti, passeggiate al chiaro di luna, grigliate a torso nudo e parole crociate sotto l’ombrellone. Che bello, direte voi.
Ma io sono qui per mettervi in guardia. Perché ciò che per gli altri è il sano riposo, il distacco dai pressanti problemi quotidiani, per un serialminder è una terribile insidia. Senza nemmeno accorgervene, mentre giocate a racchettoni sul bagnasciuga o mentre comprate una granita al baracchino, potreste finire col pensare che quella vita è migliore. Che stare all’aria aperta e andare in bicicletta sia meglio che stare davanti a un computer/televisore a vedere l’ultimo episodio della vostra serie preferita. Dio non voglia, potreste persino decidere di fare sport. Ho i brividi solo a pensarci…

Con questo post non voglio suggerirvi di rinunciare alle vacanze. Anche un serialminder può godersi un periodo di ferie, che gli consenta di stare al sole quel tanto che basta per accumulare il giusto quantitativo di vitamina D per l’inverno. Senza contare che spesso andare in vacanza significa sperimentare sulla propria pelle tutta una serie di eventi e dinamiche relazionali che di solito vediamo solo nei telefilm: come esperienza antropologico-culturale può avere i suoi vantaggi.
Quello che voglio fare, allora, è insegnarvi a non cadere in tentazione. A restare sempre dei serialminder, anche se magari vi state intrattenendo con le formine. L’obiettivo è rilassarsi e divertirsi, ma senza tornare a casa pensando che fabbricare collanine sia l’unico scopo degno di una vita appagante. Perché senza di voi, miei serialminder, i telefilm non esisterebbero. E che diavolo di mondo sarebbe?

Qui di seguito trovate una serie di accorgimenti utili a rimanere voi stessi. Esercizi, se così li volete chiamare, che impediranno al vostro cervello di venire corrotto dal profumo di salsedine. Gli Sheldon, i Jack, le Gilmore ve lo chiedono. Resistete!

 

-Il serialminder si avvicina alle persone anziane che hanno appena avuto un malore per il caldo, si sporge sopra le spalle dei soccorritori, assume un’espressione decisa e dice: ” È lupus!”

-Rivolgendosi a qualunque bagnino, indipendentemente dall’età e dalla provenienza geografica, il serialminder lo chiama Mitch.

-Il serialminder pianifica partenze intelligenti: parte solo quando i suoi telefilm preferiti sono in pausa.

-Il serialminder ha sempre con sé un device che gli consenta, in caso di emergenza, di vedere un telefilm. Un portatile, un iphone, un tablet qualunque. L’eventuale giornata di pioggia non va sprecata giocando a carte, bisogna invece recuperare qualche episodio rimasto indietro.

-In ogni situazione di incontro con il gentil sesso, il serialminder si pone questa domanda: cosa farebbe Barney Stinson al mio posto? (Purtroppo l’ideale sarebbe fare poi il contrario, visto che nel mondo reale quasi tutte le tecniche di seduzione di Barney sono illegali).

-La serialminder, allo stesso modo, deve chiedersi “cosa farebbe Carrie?”, sapendo che c’è il forte rischio di bruciare tutto il budget vacanziero per l’acquisto di un paio di scarpe.
ATTENZIONE: evitare accuratamente di chiedersi “cosa farebbe Meredith?”, la depressione sarebbe quasi inevitabile.

-Se il serialminder va all’estero e scopre che nel suo albergo non c’è internet, pianta un casino micidiale perché non può leggere Serial Minds.

-Qualora il serialminder decida di spedire delle cartoline, deve sempre indicare come cap “90210”. Una buona parte delle cartoline andrà persa, ma la vostra anima sarà salva.

-Se l’aria condizionata di un determinato luogo pubblico è troppo fredda, per esprimere disagio il serialminder deve usare l’espressione: “Ma che è, l’inverno sta arrivando?

-Dopo The Killing, si impongono nuovi stardard di abbigliamento: tutte le serialminder che perdono qualcosa (scarpe sinistre, costumi, reggiseni, infradito ecc), durante le indagini per ritrovare l’oggetto scomparso devono indossare pesanti e inguardabili maglioni.

-Se il serialminder va in vacanza su un’isola, organizza almeno una spedizione atta a scoprire eventuali ruote ghiacciate che, una volta azionate, consentano alla suddetta isola di spostarsi nello spazio e nel tempo. Se invece il luogo di vacanza non è un’isola, il serialminder continua a pensare ossessivamente alla possibilità di andare davvero su un atollo, fino a pronunciare la seguente frase, con tono drammatico: “We have to go back”

-Se vede qualcuno piangere, il serialminder controlla che dagli occhi non fuoriesca sangue. Non per paura di congiuntiviti, bensì per assicurarsi che non ci siano vampiri in giro.

-Almeno una volta, nel corso della vacanza, il serialminder deve fingere di annegare, far intervenire il Mitch di turno, creare panico tra i bagnanti, e solo una volta riportato a riva deve fare un sorriso e dire “Bazinga”.

-Se viene rifiutato dal suo obiettivo sessuale con frasi tipo “piuttosto me la sigillo col silicone”, il serialminder non si dispera, perché Walter Bishop gli ha insegnato che esistono universi alternativi, dove probabilmente il suo “mi sembra di conoscerti da che stavo nella placenta”, ha realmente funzionato.

-Se il serialminder affronta un’estate sfigata, dove invece che a Tenerife con gli amici va a Torvajanica con mamma e papà, deve cercare di stare allegro pensando a Dawson Leery, che probabilmente fa le ferie vicino allo stagno rimuginando sul fatto che l’amico cuoco gli ha rubato la fidanzata.



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