The League – Il telefilm sul fantacalcio di Marco Villa
In realtà è il fantasy football, ma vabbè.
Ultimamente, su Serial Minds, la faccenda telefilm sui trentenni sta diventando una specie di rubrica. Ma non è colpa nostra: loro li fanno, noi ne scriviamo. Potremmo farne a meno? Certo, ma ci siamo affezionati ai 5mila euro di pubblicità prodotti ogni giorno da questo sito. Ci permettono di lavare ogni giorno le auto di tutto il condominio. Così, solo per farci volere bene. Quindi, avanti con i trentenni, nonostante il rigetto per quello che ho definito a suo tempo neo-muccinismo e che, ammettiamolo, è forse in parte dettato dal fatto che ogni giorno mi avvicina alla gigantesca scritta 30. Ma vabbè.
Come avrete abilmente intuito, oggi si parla di un altro telefilm sui circatrentenni. Non è una cosa nuova, anzi. Si chiama The League ed è iniziata nell’ottobre 2009 su FX. Ora, non è che ci mettiamo a recensire pilot di serie vecchie – anche se l’abbiamo fatto due volte – il gancio con l’attualità è la partenza della versione in italiano, sempre su FX. Come detto più volte: non siamo contro le serie di questo tipo, anzi. Siamo contro le serie che affrontano questi argomenti senza metterci un minimo di innovazione. Non ci si aspetta l’idea in grado di ridefinire gli standard della comedy, ma almeno qualcosa. Ecco, The League quel qualcosa ce l’ha. La serie ruota infatti intorno al solito gruppo di compagnoni mai cresciuti e affetti da peterpanismo, ma affronta le loro vite attraverso una lente inusuale: il fantasy football, ovvero il fantacalcio declinato sul football americano. Ricapitolando: uomini, football e fantacalcio. No, non è propriamente una serie femminile.
Il fatto che sia rivolta principalmente a uomini è dato anche dal fatto che non si fa grossi problemi di linguaggio e dialoghi. Qui a Serial Minds siamo contrari alla volgarità fine a se stessa, ma ci sono situazioni in cui la parola in più o la battuta cattiva sono una vera e propria benedizione e The League è piena di queste situazioni. I protagonisti sono caratterizzati in modo molto pesante, a un passo dalla macchietta, ma questo non butta tutto nella prevedibilità. La parola “bello” resta ancora lontana, ma qualcosa di interessante c’è. Per dire, l’intera sottotrama para-pedofila del primo episodio non è niente male e già solo il coraggio di imbastire una classica situazione a equivoci sulla faccenda non è da poco.
Insomma: si può fare.
Previsioni sul futuro: con l’avanzare della fantastagione, i protagonisti si insulteranno sempre di più, accanendosi come bestie l’un con l’altro
Perché seguirlo: perché giocate a fantacalcio da anni o perché la scelta di usare un filtro particolare come un gioco è un’idea tutto sommato nuova.
Perché mollarlo: perché non vi piace quando si punta su un pizzico di volgarità in più per provocare. Oppure perché possedete una vagina.