Boris – Pensieri a cazzo di cane sulla serie di Vale'n'Tina
O una dichiarazione d’ammore
Non si può scrivere un pezzo su Boris. Non si può. Volete dare una sbirciata alla mia cartella Bozze? Ne potreste contare cinque. Cinque! E sapete perché? Perché delle cose belle e perfette non si parla. Le cose belle e perfette si guardano.
Ho provato a fare l’articolo funny. Ma Boris contiene un quantitativo di humor irriproducibile, inarrivabile. Cosa che mi crea giusto un attimo di terrore reverenziale.
Essendo una serie tv che parla di una serie tv, ho provato a fare il meta-articolo. Sì, certo, come no: a rileggerlo non si capiva ‘na mazza. E ok che ormai lo sappiamo tutti che sono una ragazza “originale”, ma un minimo sindacale di dignità è sempre auspicabile.
Ultima spiaggia: mi son detta, adesso stalkero Ciarrapico, Torre e Vendruscolo (gli sceneggiatori) e li intervisto. Oppure stalkero Sermonti. Ovviamente perché son dedita al lavoro.
Il fatto che sia il numero 3 nella mia lista dei mariti putativi non c’entra nulla.
Assolutamente nulla.
Poi c’era l’articolo stile comandante Che Guevara: “finalmente qualcuno ha il coraggio di dire come stanno le cose. Che le fiction in Italia si fanno a cazzo di cane. Che ti costringono a farle a cazzo di cane perché pensano di avere a che fare con un pubblico bovino. Che non ci sono soldi. Che devi avere una protezione politica per lavorare” ecc.
Beh, alla fine ho archiviato tutte le idee, dimostratesi una più irrealizzabile dell’altra. Perché delle cose belle e perfette non si parla. Le cose belle e perfette si guardano.
Allora sapete che faccio? Semplifico. Vi racconto qualcosa su Boris e vi dico perché mi piace tanto. Così, random, a cazzo di cane.
Boris è una fuori-serie: “fuori”, perché chiunque abbia la fortuna di lavorarci un po’ malato mentale deve esserlo. Deve. Da contratto. “Fuoriserie” perché come accennavo prima, stiamo ad un altro livello proprio. Gli attacchi al piccolo mondo antico della fiction italiana sono puntuali e feroci, nonché perfettamente mascherati da un livello di comicità che solo Woody Allen, Elio e le Storie Tese e Nanni Moretti. E dovete sapere che per me loro sono come la Santa Trinità.
È stata prodotta da Wilder per Fox Italia e trasmessa dal 2007 al 2010; cosa si vede? Beh, Boris è il set di un set: siamo nel dietro le quinte di un teatro di posa, in cui si sta girando la soap Gli occhi del Cuore 2. Gli occhi del Cuore 1 era stato un disastro. Un prodotto inguardabile, invendibile; recitato male, diretto peggio; una fotografia smarmellata, ogni cosa illuminata così, senza uno schema luci, senza un pensiero dietro: a cazzo di cane appunto. E allora? Cosa si fa quando una soap è un tale agglomerato di monnezza? Si fa il seguito!
E solo da questo, già capite che presa per il culo? Perché il sistema produttivo italiano funziona esattamente così.
Tra gli interpreti, a parte il mio futuro marito nel ruolo del divo Stanis La Rochelle, c’è anche Carolina Crescentini alias Corinna Negri, La Cagna Maledetta (protagonista di Occhi del Cuore – Carolina giù le mani da Pietro che te le taglio); martedì mattina io e il Villa (che mi ha esplicitamente chiesto di fare un articolo ad minchiam, così lui poteva fare quello della recensione seria e bullarsi) siamo andati all’anteprima del film. Tra i motivi della mia presenza, la necessità di verificare se suddetta Crescentini fosse effettivamente figa come si dice. Sì, lo è. Stronza.
Ma archiviamo queste faide tra bionde TINTE e bionde naturali che vanno a pescare in conflitti troppo ancestrali per risolverli qui e ora; voi ben conoscete il mio amore incondizionato per i romani (tanto incondizionato che trovo ancora bellisssssssimi I Cesaroni), va da sé che il mio preferito di sempre è Biascica.
Ve lo ricordate quando, nudo, dice ad Alessandro “c’hai er tocco delicato, bravo. Meno male che sò eterosessuale, che si ero retro sessuale era tutta un’altra storia”. Vogliamo parlare di suo figlio, FrancescoTotti? E gli straordinari di Libeccio?
Che poi se proprio vogliamo parlare di momenti memorabili, le puntate con Giorgio Tirabassi m’han levato il fiato dai polmoni. E gli le finte fiction tipo Caprera? Mamma mia la monnezza che ho fatto… e Corinna che tra cinque anni vuole essere come la Ferilli?
No aspettate, aspettate: e la puntata Stanis non deve morire? L’ultima, quella risolutiva, quella in cui nessuno è più F4 –basito-, quella in cui tutti i misteri vengono svelati?
Oddio (adesso non mi fermo più) e quando compare Corrado Guzzanti? Ma vi ricordate quando fa cantare le canzoni da chierichetto ad Alessandro? E quando lo fa pregare? “ti prego Dio, fammi essere felice… fammi essere felice fammi essere felice, ma che cazzata è?? Ma perché ti devo menare? Tu capisci che qui, tra i due, l’unico che fa uno sforzo per non menarti sono io, quello che alla fine tanto poi ti menerà!”.
Ecco qui. Boris è semplicemente troppo bello per essere vero e italiano. Scritto con evidenti infusioni d’ingegno divino, è strabordante di trovate geniali e sublimi.
Non posso dirvi più di questo.
Guardatelo. O meglio, recuperatelo. Perché, a quanto pare, è finito.