L’ennesimo, imprescindibile elogio di Community di Diego Castelli
Nuovo omaggio e nuovo capolavoro per i nostri universitari preferiti
La cosa bella dei blog è il loro carattere “personale”. La possibilità, quando mi va, di trasmettere un po’ di sano entusiasmo.
Oggi sono qui a trasmettere sano entusiasmo.
Come per chi? Ma per Community, ovviamente!
Faccio un post in rapidità, in aggiunta al nostro consueto articolo-al-giorno, senza rubare spazio a nessuno. Quindi non mi accusate di scrivere sempre delle stesse cose :-)
Ragazzi, la quattordicesima puntata della seconda stagione è l’ennesimo capolavoro. Se ancora non seguite questa serie (stolti!), o se l’adorate come noi ma ancora non avete raggiunto questo episodio, non andate avanti a leggere, che SPOILERO DI BRUTTO!
Advanced Dungeos & Dragons, come titolo suggerisce, è una puntata tutta incentrata sul noto gioco di ruolo. Per i profani, D&D è il più famoso espondente del suo genere, un gioco in cui i partecipanti (niente più che amici intorno a un tavolo, per intenderci) interpretano magici personaggi e vivono avventure fantastiche, guidati dall’abilità narrativa di un “master”, usando niente altro che la fantasia e pochissimi strumenti quali un set di regole più o meno codificate e dei dadi (qui la pagina di wikipedia, per approfondire).
Al di là del gioco in sé – ispiratore di mille imitazioni, film, videogiochi e quant’altro – D&D è anche una delle icone nerd per eccellenza. Ogni volta che una serie tv o prodotto simile si mette a parlarne, bisogna sempre drizzare le orecchie, perché potete stare certi che dietro la macchina da presa c’è un autore che ha speso buona parte della pubertà giocando a Dungeons & Dragons mentre i suoi amichetti scoprivano le gioie della sessualità. Quindi sta per scatenarsi un uragano potenzialmente devastante di autoironia, citazionismo e follia allo stato puro.
La puntata di Community dedicata a Dungeons & Dragons è forse il più alto concentrato di idee geniali che io abbia mai visto in un singolo episodio di telefilm, se consideriamo i mezzi relativamente “poveri” usati per realizzarlo. Ogni due secondi c’è un dettaglio da notare, una battuta da ricordare, una sfumatura da cogliere, il tutto rimanendo quasi sempre attorno al solito tavolo dove i nostri amano fingere di studiare.
Ora farò un elenco. Una lista banale, in ordine sparso, di alcuni elementi degni di nota. Ed è sicuro che sto dimenticando un sacco di cose, mentre altre probabilmente non le ho nemmeno riconosciute:
-L’introduzione, con inquadrature e voce fuori campo che sembrano prese di peso da un Signore degli Anelli qualsiasi.
-Le battute della suddetta voci fuori campo, capaci di dire le peggio stronzate con tono straordinariamente evocativo.
-La sigla modificata, sia nelle immagini che nella musica, per adattarsi al tema dell’episodio, ma senza per questo snaturarsi.
-Il momentaneo ingresso nel cast di questo “fat Neil”, personaggio del tutto improvvisato ma dalla forza sorprendente.
-Chang truccato da elfo oscuro!!!.
-Il modo in cui lo stesso Chang esce di scena…
-Gli effetti sonori in stile fantasy (bassi e sussurrati al punto giusto) che accompagnano il gioco.
-Le piccole ellissi temporali, anche queste girate e montate in tono fantasy tipo viaggio-attraverso-i-boschi, mentre vengono raccontati passaggi scabrosi e probabilmente assai volgari (si veda la scena della seduzione tra Annie e Abed, con annesso accoppiamento simulato).
-La scelta di usare uno del gruppo, cioè Pierce, per la parte del cattivo.
-L’eccezionale fluidità con cui le caratteristiche tipiche dei vari personaggi vengono fuse all’atmosfera di D&D.
-La generale abilità di Abed nel fare il master, fino all’acuto meraviglioso: l’interpretazione dello gnomo, tanto breve quanto da oscar.
-I nomi dati da Abed ai personaggi del gioco.
-L’ironia di Jeff, che ogni due minuti sottolinea la sostanziale idiozia della faccenda (se non lo facesse sarebbe tutto troppo “serio” e non avrebbe la stessa forza dissacrante).
-L’incredibile capacità di farci immaginare in pieno, usando solo parole e suoni, i grandiosi scenari fantasy che i nostri devono affrontare.
-Quella specie di sala del trono che Pierce si è costruito come simbolo della propria oscurità.
-Lo studente che porta a Pierce le informazioni: appare per pochissimi secondi ma è una citazione poderosa di decenni di schiavi e bracci destri dei più terrificanti signori del male.
-Lo svelamento dell’identità della voce fuori campo.
-L’abilità nel creare un tono realmente epico, usando solo un gruppo di dementi riuniti nell’aula di un college.
.
E probabilmente, come detto, mi dimentico diverse cose.
Tutto questo in 21 minuti.
Sono sbalordito.
Applausi.