Come Fly With Me – La nuova serie degli autori di Little Britain di Marco Villa
Tornano autori e interpreti di Little Britain
Avete presente Little Britain, lo show andato in onda su BBC che raccoglieva sketch sulle manie inglesi? Ecco, quello stile e quella tipologia di racconto torna oggi in onda con Come Fly With Me. Come si può intuire dal titolo, c’è stato un spostamento di soggetto: dallo spirito british in senso lato, alle follie di un aeroporto piuttosto inverosimile e quindi molto realistico.
Il telefilm è in onda su BBC One dal giorno di Natale e la prima stagione, come da consuetudine albionica, consta di sei episodi. I creatori sono gli stessi di Little Britain, ovvero Matt Lucas e David Walliams, che non si limitano a scrivere, ma interpretano gran parte dei personaggi, comprese donne e anziane. In patria la serie è partita benissimo e il primo episodio è risultato la comedy più vista del 2010.
La struttura è semplice: attraverso un finto documentario, condotto con voce impostatissima da una speaker, seguiamo la vita quotidiana dei lavoratori di un aeroporto. Inservienti, baristi, responsabili della sicurezza e addette al check-in, ma anche piloti, hostess e steward. L’impostazione è dunque quella del mockumentary, con i personaggi che parlano direttamente in camera e commentano i fatti che accadono.
Fin qui la descrizione, ma com’è questo Come Fly With Me? Semplice: una cazzata. Perdonate il tecnicismo, che vi obbligherà a consultare tomi di semiotica e filologia, ma non ci sono altri termini. La serie è infatti una successione di piccoli numeri comici, tenuti insieme dalla sola ambientazione comune. Little Britain, si diceva, ma in fondo anche Benny Hill: là c’erano i vecchietti che, a seconda del momento, erano arrapati o rincoglioniti, qui ci sono gli steward gay e le giapponesine rintronate. In entrambi, uomini a interpretare personaggi femminili bruttissimi. Comicità facile, che gioca tutto sugli stereotipi e quindi, per natura, non punta molto in alto.
Alcune trovate sono interessanti, come la donna che, scoperto il tradimento del marito pilota con una hostess, ha lasciato il lavoro di igienista dentale per diventare consigliere regionale pilota a sua volta e viaggiare sempre con il consorte. Oppure il proprietario della compagnia low-cost che noleggia i giubbotti di salvataggio come se fossero extra e, a chi lo accusa di scarsa sicurezza, risponde che “è da martedì che non cade nessun aereo”. Cose così, che non vi faranno ribaltare sul divano, ma qualche sorriso lo strappano.
Siamo purtroppo ben lontani dai livelli di altre serie ambientate nei luoghi di lavoro, da The Office fino a The IT Crowd e, soprattutto, Parks and Recreation. Il riferimento più vicino, anche per ambientazione, è piuttosto Piloti.
Però almeno qui non c’è Max Tortora.
Dici poco.
Previsioni sul futuro: idiozia a valanga. Ma proprio tanta, tanta, tanta.
Perché seguirlo: perché l’aeroporto è un’ambientazione originale e interessante e certe trovate sono oggettivamente buone
Perché mollarlo: perché se su venti minuti si ride tre volte, qualcosa non torna
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