2 Novembre 2010 1 commenti

Mike&Molly vs Marie Claire di Diego Castelli

Se ci toccate le serie tv diventiamo cattivi…

I perché del mondo, On Air

Giorni fa ha suscitato un certo clamore un post di Marie Claire, incentrato su Mike & Molly, la sitcom di CBS con protagonista una coppia di innamorati oversize (ne abbiamo già parlato tempo fa). La blogger, tale Maura Kelly, si scaglia con serenità contro la serie, proprio a causa della taglia dei personaggi principali. All’inizio, tale critica sembra basata su un qualche ragionamento “sociale”, volto a mostrare la pericolosità di mitizzare (o quanto meno assolvere) un certo tipo di comportamento alimentare. Questa argomentazione, già di per sé traballante, diventa ancora più goffa se basata sulla reale visione di Mike & Molly, un prodotto che fa tante cose, tranne che promuovere l’obesità come stile di vita “corretto”. Ma almeno sarebbe una posizione argomentabile. Io stesso avevo sollevato un problema in qualche modo “produttivo” (i due attori principali, che hanno un evidente problema di obesità, non potranno mai porvi rimedio, pena l’esclusione dalla serie).
Il fatto è che la Kelly non si limita a un’analisi magari un po’ bigotta, ma comunque degna di discussione. No, lei va oltre, e la butta sull’estetica.

Piovono come macigni alcune frasi imperdibili come:
Penso che sarei disgustata se dovessi vedere due personaggi con rotoli e rotoli di ciccia mentre si baciano… perché sarei disgustata se dovessi vederle fare qualsiasi cosa
o anche
trovo esteticamente spiacevole guardare una persona molto, molto grassa che semplicemente attraversa la stanza, proprio come troverei doloroso vedere un ubriaco barcollare in un bar o un eroinomane crollare su una sedia“.
Il tutto seguito dal più classico dei
“Ora non fatevi l’idea sbagliata: ho diversi amici che si potrebbero definire paffuti, non sono mica una razzista del peso

E qui standing ovation per la faccia di culo.
Ovviamente, questo post è stato sommerso da una valanga di proteste, che hanno costretto la testata a imporre alla nostra Maura delle scuse ufficiali.
Perché un conto è credere onestamente (anche se magari a torto) che un certo prodotto culturale possa avere determinate conseguenze, e un conto è insultare gratuitamente milioni di persone.
Giusto per non suonare ipocrita: mi pare evidente che ognuno di noi preferisca vedere in costume da bagno Belen Rodriguez/Brad Pitt piuttosto che Platinette. A voler essere indulgenti, potremmo dire che la Kelly intendeva scagliare una provocazione costruttiva, equiparando l’obesità a piaghe sociali generalmente (e forse erroneamente) considerate più gravi come l’anoressia, la droga o l’alcolismo. Una posizione che, in altri contesti e con altri toni, avrebbe sortito un effetto assai migliore. Ma visto che parliamo di scrittura e di giornalismo, il “come” e “dove” viene sostenuta una tesi non può essere del tutto slegato dalla tesi stessa. Le parole sono importanti, specie se pensate per essere scritte, e non colte per caso in una conversazione al bar. Di conseguenza, il disgusto della Kelly non diventa la reazione appassionata di una donna che ha a cuore la salute del suo prossimo, ma solo il naso arricciato e supponente di una snob di merda. Sono parole che buttano al macero anni di ricerche biologiche e psicologiche. Parole che con sprezzante e pericolosissima leggerezza si riducono a un “brutta palla di lardo, muovi quelle chiappone flaccide se vuoi dimagrire”.

Non contenta, in una specie di delirio di onnipotenza (giornalista, scrittrice, critica televisiva, antropologa sociale, psicologa e nutrizionista), la Kelly si mette a sproloquiare sulle possibilità della mente di combattere l’obesità, dà consigli su come affrontare il problema dal punto di vista alimentare e ginnico, si permette di giudicare TUTTO il sistema televisivo (pratica diffusissima tra gli intellettuali di tutto il mondo, che però mai si sognerebbero di fare di tutta l’erba un fascio con la musica, la letteratura, il cinema e la pesca sportiva).

Perché l’apoteosi, per noi serialminders, è qui:
Io penso che la maggior parte dei tv shows (che in America significa soprattutto serie tv, ndr) sia una sorta di cibo-spazzatura per la mente e per il corpo.”
Tutto questo dopo aver detto, qualche riga sopra, che lei “non è una da TV”.

Per farla breve, signora mia, visto che ammetti di non capirci un cazzo, sarebbe meglio che stessi zitta. Torna tranquillamente a parlare di profumi e borsette, che forse lì fai meno danno…

PS
Accanto all’articolo incriminato, potete trovare una lista dei post recenti pubblicati sul sito di Marie Claire. Mentre scrivo, questi post hanno titoli come: “diventeresti un contadino per amore?“; “il divorzio delle celebrità è contagioso?“; “come decidere se lui è quello giusto per te“; “quello che gli uomini pensano davvero del sesso“; e infine, dulcis in fundo: “The rise of anal sex” (non lo traduco perché è bello così).
Come dire: prima di insultare qualcuno per la quantità di spazzatura che produce, sarebbe bene controllare le condizioni del proprio salotto…



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