13 Ottobre 2010

Vexed di Marco Villa

Crime + Comedy all’inglese

Brit, Copertina, Pilot

Vexed potrebbe essere la mia serie ideale.
C’è una trama crime, ma l’approccio è comico.
Ci sono omicidi e indagini, ma sempre intervallati da battute e ironia.

Per dire, il primo episodio inizia con i due detective protagonisti che visitano una casa insieme a un agente immobiliare, ammirando l’illuminazione delle stanze e il riscaldamento a pavimento.
Peccato che dopo qualche minuto si scopra che nel salotto è distesa una donna con il cranio sfasciato e l’abitazione è in realtà la scena di un crimine appena commesso.
Poco male, i due vanno avanti a ipotizzare la disposizione dei mobili e soluzioni per togliere le macchie di sangue dal tappeto (“Potresti usare acqua fredda salata, oppure spostare lì sopra il divano”)

Ecco, una cosa del genere a me fa impazzire.
Purtroppo, però, si tratta di un prodotto solo in parte riuscito.
Vexed è una serie andata in onda lo scorso agosto su BBC 2. Invece delle sei puntate da mezzora, tipiche delle serie inglesi, in questo caso abbiamo tre episodi da un’ora ciascuno.
Creata da Howard Overman (inventore di quel succoso prodotto che è Misfits) e diretta da Matt Lipsey, il regista del controverso Psychoville (controverso nel senso di geniale e bruttissimo insieme).

I protagonisti sono Toby Stephens e Lucy Punch, il primo nei panni di un detective del tutto improbabile e per nulla professionale, la seconda nel ruolo di colei che dovrebbe arginarlo, finendo però per seguirlo a ruota.

L’atmosfera è quella di una black comedy, inserita nelle dinamiche del poliziesco. Un incontro potenzialmente esplosivo, ma difficile da controllare.
E infatti l’equilibrio non è dei migliori.
La parte comica è divertente, sa essere cinica e politicamente scorretta, ma – a parte la sequenza di apertura – non raggiunge grandi vette. I due personaggi principali vivono di schermaglie verbali rapide e incisive, che però non riescono a lasciare il segno.
I veri problemi, però, appaiono sul versante crime.
L’intreccio del primo episodio è risibile e il rischio è l’effetto-Carabinieri, cioè usare una trama di indagine solo come spunto, senza alcuna attenzione alle caratteristiche fondanti del genere.
Ovviamente sarebbe impossibile fare convivere suspense e comicità portate all’estremo, ma i casi da risolvere potrebbero essere un minimo più complessi o interessanti. Invece gli autori hanno deciso di usare non solo i metodi investigativi a scopi comici, ma anche i casi stessi, depotenziandoli enormemente.

Previsioni sul futuro: casi grotteschi, idiozie assortite, botta e risposta tra i protagonisti, squarci sulle disastrose vite sentimentali dei due.

Perché seguirlo: perché il cinismo inglese sa sempre il fatto suo

Perché mollarlo: perché rischia di essere un incompiuto, un Frankenstein di generi senza una propria identità.



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