27 Settembre 2010 2 commenti

The Whole Truth di Marco Villa

La serie in cui tutti se ne fregano della verità

Copertina, Pilot

Nella pioggia di nuove serie non poteva mancare un legal.
Per l’esattezza va in onda su ABC e si chiama The Whole Truth. Trattasi chiaramente di legal perché i protagonisti sono due avvocati, ma in realtà questo progetto vuole allontanarsi in maniera piuttosto netta dal genere.

Da Perry Mason in giù, finora abbiamo assistito a serie sul mondo degli avvocati in cui l’indagine era comunque più importante del processo.
The Whole Truth prova a cambiare radicalmente questo approccio: per i protagonisti non è importante portare a galla quella verità sbandierata beffardamente – e nella sua interezza – nel titolo.
Quello che conta è vincere la causa. Punto.

Ecco allora che tutto inizia non con il classico omicidio, ma con l’arresto del presunto colpevole.

Con il sospettato già in carcere, la serie si mette in moto.
Da una parte l’accusa, nella persona del procuratore distrettuale Kathryn Peale (Maura Tierney, a.k.a. Abby in ER). Dall’altra la difesa, ovvero l’avvocato giovane, rampante e belloccio Jimmy Brogan (Rob Morrow, da poco disoccupato dopo la conclusione dell’inguardabile Numb3rs). I due team di legali si mettono all’opera per portare acqua ai rispettivi mulini, ma questa ricerca non coincide con la ricerca della verità: semplicemente si cercano solo gli elementi che possono distruggere l’impianto degli avversari.

Emblematica, in questo senso, la sequenza finale, durante la quale lo spettatore scopre se l’imputato ha avuto o meno il destino che meritava (chiedo un applauso per l’equilibrismo con cui non ho spoilerato nulla in questa frase), mentre i due protagonisti sono già al bar a festeggiare/consolarsi.
E sia chiaro: senza il minimo senso di colpa stile “oh mio dio, ma quale sarà LA verità?”

Il tutto a un ritmo vertiginoso, tale da rendere complessa la visione con i sottotitoli perché – banalmente – c’è troppa roba da leggere in troppo poco tempo.
L’unica pecca che mi sento di segnalare è l’utilizzo delle arringhe finali come momento-spiegone, con tanto di rievocazione delle precedenti testimonianze per prendere per mano quelli che vedendo Maura Tierney si sono distratti, perché non hanno potuto evitare di pensare alla morte del dottor Greene (SPOILER!).

Tirando le somme, al di là di Boardwalk Empire che gioca in un altro campionato, The Whole Truth è forse la cosa migliore uscita dalla messe di pilot della scorsa settimana.
Eppure è già a rischio, causa bassi(ssimi) ascolti.
Del resto, come dice saggiamente la parte corporate di Serial Minds: “prendere una serie e costringere lo spettatore a immedesimarsi sia nei buoni che nei cattivi (e peraltro non si capisce chi è buono e chi è cattivo, e forse sono tutti cattivi) è una cosa tosta da proporre alla massa. E se non sei una cable ma una generalista, rischi di scomparire…”

Previsioni sul futuro: se ABC lo permette, la serie macinerà episodi su episodi, con un impianto prettamente verticale e lo sviluppo orizzontale lasciato alle sottotrame

Perché seguirlo: perché è una serie in cui si parla di omicidi e di indagini, ma in cui a nessuno frega niente se l’accusato è davvero colpevole. Un punto di vista spietato e coraggioso.

Perché mollarlo: perché rivedendo Maura Tierney vi siete distratti e non avete potuto evitare di pensare alla morte del dottor Greene. E quindi avete ricominciato ER da capo.

Post Scriptum: prima di iniziare questa serie, la Tierney ha avuto un annetto piuttosto complicato. Sarebbe dovuta essere protagonista di Parenthood, contratto già firmato e pronti a partire. Poi qualche problema di salute e serie rinviata, poi il problema di salute si rivela essere un cancro al seno e la Tierney viene sostituita definitivamente. Guarita dal tumore, la nostra torna in campo ed entra in The Whole Truth, ma non dalla porta principale. La sua parte, infatti, era già stata assegnata a Joely Richardson, una biondona che aveva già girato il pilot ma aveva poi cambiato idea e si era fatta da parte. La Tierney si è così presa il ruolo e la produzione ha dovuto girare nuovamente le scene della prima puntata in cui compariva la Richardson. Per dire, questa qui sotto è una foto di gruppo non aggiornata.



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