No ordinary family di Andrea Palla
Quando i superpoteri avvicinano la famiglia
Che Gli Incredibili della Pixar fosse di per se stesso materiale ottimo per una brillante commedia con attori in carne ed ossa oltre che geniale film d’animazione era cosa scontata. Che però i capoccioni della ABC (imparentata Disney, a sua volta imparentata Pixar) pensassero addirittura di scopiazzarne più o meno velatamente l’idea per farne un’intera serie tv, beh c’è da dire che non me l’aspettavo. Ma tant’è: guardo il pilot di No ordinary family (in partenza il 28 Settembre in America, e poi il 6 Ottobre pure qui in Italia, su Fox) e mi convinco sempre più che sia un miscuglio – comunque ben congegnato – tra un insieme di trame e storie già viste e assimilate in altri prodotti del genere: Gli Incredibili su tutti, ma anche Heroes, e una serie infinita di fumetti Marvel.
Ok, prima di continuare, e per capirci, la domanda sorge spontanea: di che parla questa serie? Risposta pronta, a grandi linee: c’è una famiglia americana, padre insoddisfatto, madre in carriera che trascura gli affetti, figlio adolescente con problemi di apprendimento e figlia adolescente con disastri amorosi. Già questo basterebbe per creare un impasto degno delle più classiche commedie televisive, buttandoci dentro un po’ di drammaticità happy end alla Settimo cielo, mescolata con dell’ironia anni ’80 alla Genitori in Blue Jeans. Ma per distanziarsi da prodotti piatti, accade l’avvenimento che arricchisce la storia: la nostra famiglia, in viaggio aereo in Brasile alla ricerca di una nuova e ritrovata serenità, precipita in un lago fosforescente; e da qui ne esce trasformata, con l’acquisizione di superpoteri individuali che nel corso della puntata pilota i nostri protagonisti impareranno a scoprire e a dominare, grazie anche all’aiuto dei comprimari che daranno loro una mano (l’amico del padre, la collega scienziata della madre).
Il racconto, apparentemente asciutto, funziona in virtù del fatto che la serie è costruita su un doppio piano: da un lato, in uno stile che vorrebbe strizzare l’occhio al mockumentary (anche se in maniera solo apparente), i protagonisti si raccontano e si indagano grazie all’aiuto di un terapista che funge da destinatario della narrazione, inglobando in sè il ruolo che spetta a noi telespettatori; dall’altro lato, in stile adventure, è plausibile pensare che nell’arco delle puntate ci verranno presentati i cattivoni di turno che via via si faranno sempre più crudeli ed intelligenti, e dunque da sconfiggere in modalità sempre più complesse ed articolate.
Per certi versi, nel seguire l’andamento della narrazione, la mia mente non ha potuto fare a meno di pensare al film Mr. and Mrs. Smith, con Angelina e Brad: anche in quel caso la coppia protagonista raccontava la propria doppia vita ad un terapista, ed anche in quel caso l’humor che scaturiva dalla loro crisi sentimentale era compensato dall’ironico e astruso racconto delle loro gesta action. Non succede una cosa molto diversa in questo No ordinary family, il cui dubbio principale risiede nel fatto di non saper assolutamente prevedere quanto un pasticcio di questo tipo possa attirare, alla lunga, un nutrito gruppo di fan. Il mio amico Ultraman o Ralph supermaxieroe – per citare due serie concettualmente simili – seppero essere successi di ampio respiro negli anni ’80, ma a quei tempi ci si accontentava di un argano spesso nascosto male per simulare l’idea del volo dei protagonisti.
C’è comunque da segnalare la presenza dell’ottimo Michael Chicklis, attore di origine greca che sembra trovarsi sempre a suo agio nelle parti più disparate: ora è il duro protagonista di The Shield, ora il supereroe sfigurato de I fantastici 4, ora il supereroe in crisi matrimoniale di No ordinary family. Un titolo che spiega nella maniera più imponente quale sia il succo della serie: descrivere una famiglia non ordinaria, sia per quel che concerne i superpoteri, sia per quel che concerne la psicologia della famiglia stessa.
Previsioni sul futuro: arriverà qualche supercattivo ricorrente che offrirà lo spunto per una trama orizzontale nella prima stagione.
Perché seguirlo: perché è divertente e scanzonato, e si prende solo relativamente sul serio.
Perché mollarlo: perché si prende solo relativamente sul serio, parlando di supereroi senza contestualizzarli in un vero mondo dark.