Outlaw – Perché ogni tanto dovrò pur stroncare qualcosa… di Diego Castelli
Al giorno d’oggi non ci si inventa più un cazzo. Però uno sforzo bisognerebbe farlo comunque.
Outlaw è il nuovo legal di NBC, creato da Terry George e prodotto tra gli altri dal comico e conduttore Conan O’Brien (partenza il prossimo 15 settembre negli States). La serie segue la vicenda umana e professionale di Cyrus Garza, giudice della corte suprema in piena crisi di coscienza che decide di lasciare il suo prestigiosissimo incarico per tornare a fare il semplice avvocato, aprendo un suo studio legale.
Inizialmente il telefilm doveva chiamarsi Rough Justice, poi semplicemente Garza (meno male che l’han cambiato, faceva un po’ troppo emorragia). Alla fine è stato scelto Outlaw, giocando sul concetto di “fuorilegge” inteso non come criminale, ma come persona che esce da un certo giro ingessato e burocratizzato per tornare alla passione degli albori, alla voglia di fare realmente del bene alla comunità.
Vedo che qualcuno di voi comincia a entusiasmarsi.
Non lo fate, per carità.
Il pilot di Outlaw è moscio. Ma non nel senso di “introspettivo”, “intellettuale”, “intimista”. Moscio nel senso di “se non hai niente da dire, tanto vale che stai zitto”.
In Outlaw c’è un avvocato idealista che combatte il sistema, un po’ di assistenti giovincelli che lo aiutano, casi da risolvere, giurie da convincere, scartoffie da ammucchiare. E poi basta. Quanti telefilm così avete visto in vita vostra? Se la risposta che vi siete dati è 712, ci avete preso. E per quanto può rimanere pregnante il fatto che Garza è un fuoriuscito della Corte Suprema? Una stagione? Due? Poi ce ne dimenticheremo e diventerà un normalissimo legal.
A impersonare Cyrus è stato chiamato Jimmy Smits, volto storico e apprezzato della serialità statunitense, già vincitore del Golden Globe per NYPD. Però il buon Jimmy – uno di quegli attori di cui ricordo perfettamente la faccia ma dimentico con imbarazzante facilità il nome – raramente ha funzionato come protagonista. E’ un ottimo braccio destro, o magari un discreto antagonista (come il Miguel Prado della terza stagione di Dexter). Ma non un vero eroe. Non uno che ami alla follia, che odi con tutto te stesso, o in cui ti immedesimi subito (non mi identifico quasi mai nei bestioni di un metro e novanta con ascendenze portoricane, mi rendo conto che è un mio limite…).
Ho cercato per tutto il pilot un motivo valido per appassionarmi, ma non ne ho trovati. E non è questione di sceneggiatura bella o brutta. E’ tutto funzionale, tutto da manuale scolastico di serialità televisiva. Una serie “normale”. Ma perché dovrei seguire una serie normale quando ce ne sono 12-13 fichissime?
Non mi spingo fino a ipotizzarne una rapida chiusura. Non si può mai sapere, considerando che c’è un sacco di pubblico in uscita dal defunto Law & Order che potrebbe aver bisogno di un altro telefilm-sedativo.
Però io aspetto che qualcuno di voi mi dica “oh, dalla seconda puntata si impenna”. Sennò altri 40 minuti non glieli regalo così, aggratis…
Previsioni sul futuro: Garza e la sua squadra aiuteranno un sacco di innocenti ingiustamente accusati, con l’aiuto dei loro scintillanti ideali.
Perché guardarlo: serve sempre qualcosa da vedere mentre si stira o si carica la lavastoviglie.
Perché mollarlo: perché vi sembrerà di conoscere ogni episodio, anche se non l’avete mai visto prima.
2 commenti a Outlaw – Perché ogni tanto dovrò pur stroncare qualcosa…
Ma scusa, sinceramente preferisco guardarmi Damages con quella donna con i controcazzi della Glenn. Almeno lì c’è la novità…questo, a quanto leggo, sembra la solita ribollita. Bah, la chance di una visione gliela do…ma non mi sembrano esserci motivi validi per continuare dopo il pilot.
Garza è il nome del Generale cattivo di The Expendables, interpretato da David Zayas a.k.a. Sergente Batista di Dexter, quindi collega di Jimmy Smits per una stagione.
Non può essere un caso.