Hot in Cleveland: il Sex è meglio lontano dalla City di La Redazione di Serial Minds
Che Iddio ci perdoni, ma non ci sono foto decenti
Hot in Cleveland è la nuova sit-com trasmessa da qualche settimana da Tv Land. Trattasi della storia di tre donne diversamente teenager: durante un volo da Los Angeles a Parigi, il loro aereo è costretto a un atterraggio di emergenza a Cleveland. Qui scoprono che – lontane da L.A. – non sono delle tardone che devono guardarsi dalla concorrenza di ventenni saltellanti, ma MILF bramate da ogni maschio eterosessuale. Decidono quindi di fermarsi a Cleveland, in compagnia di un’ottantenne che fuma erba e dispensa battute salaci.
Diversamente dal solito, la presentazione della serie si ferma qui, perché Hot in Cleveland ha spaccato a metà la nutrita redazione di Serial Minds. Per questo, allunghiamo a dismisura la parte finale con un duello in piena regola.
Perché guardarlo: Mettiamo in chiaro le cose, ché non vorrei esagerare. Hot in Cleveland non è la serie rivelazione dell’anno. Non cambierà la vostra vita e nemmeno, più banalmente, la vostra percezione del mondo televisivo. Però ha i suoi punti di forza. In primo luogo quella che potremmo chiamare “rivalutazione della provincia”. Non si tratta di una banale apologia della campagna, ma di una vera e propria (tentata, se non proprio riuscita) rivoluzione post-Sex and the City (ok, lo ammetto, ho scritto la mia parte dopo il mio compare, quindi sfrutto la cosa a mio vantaggio…). E’ figa la città, sono fighi i locali alla moda, i vestiti firmati, i vip e il mondo dello spettacolo. Ma dopo un po’ il troppo stroppia: L.A. è tutto un lustrino, ma è anche una città che ti mastica e ti sputa senza inghiottirti, lasciandoti al lato di una strada tutta coperta di saliva. Insomma, Los Angeles non è un paese per vecchi, e forse nemmeno per felici. Quando si arriva a questo punto, forse non vale la pena dannarsi l’anima per fermare il tempo che passa. Meglio mollare dignitosamente il colpo. Meglio andare in un posto dove pensano che Manolo Blahnik sia un arrampicatore. A Cleveland non c’è pressione sociale, non c’è ossessione per l’aspetto fisico, le case costano ridicolmente meno e gli uomini corteggiano quelle della loro età. E allora diventa simpatico osservare le vicissitudini di queste sopravvissute del fashion, in cui ormai ci possiamo identificare molto più che non nei rozzi ma genuini clevelandesi (clevelandiani?). E se pensate che la cosa diventi troppo zuccherosa (un po’ lo è, dai, è una sit-com…), ecco arrivare la mitica Betty White, che era già vecchia ai tempi di Cuori senza età (anno 1985), e che ora sguazza felice nei panni dell’anzianotta un po’ tarda ma piena di sorprese (in questo caso, battute cinico-sporcaccione che forse sono un po’ scontate, ma che un sorriso lo strappano sempre). Ripeto, niente per cui valga la pena stracciarsi le vesti. Ma forse, tutto sommato, Hot in Cleveland si merita una chance. (DC)
Perché mollarlo: in realtà non è detto che dobbiate mollarlo. Potete anzi trarne grande godimento. Ma solo se da anni siete in attesa di un titolo che possa rimpiazzare nei vostri cuori il vuoto lasciato da La Tata. Il paragone immediato è con Sex & the City, ma di fatto poi si va a parare in ben altri lidi. Perché va bene il “siamo-donne-libere-e-prendiamo-per-il-culo-gli-uomini”, ma se lui è sposato allora no. Va bene il “da-Los-Angeles-a-Parigi-basta-che-sia-metropoli”, ma appena c’è il miraggio di una vita alla Jessica Fletcher (prima della sterilizzazione) subito si piantano le tende. Insomma, tanti piccoli stereotipi e ammiccamenti che sanno di vecchio e di già sentito. Poca cattiveria, tutto ben contenuto dentro una cornice piccolo-borghese illuminata come una sit-com degli anni ’90. Come La Tata, appunto. C’è pure la vecchiaccia sputasentenze – burbera ma in fondo solo bisognosa di compagnia e calore umano, pora stela – che dovrebbe starci simpatica fin da subito. Nella prima puntata manca solo il personaggio gay, ma a occhio potrebbe giungere a spron battuto. (MV)
3 commenti a Hot in Cleveland: il Sex è meglio lontano dalla City
ho appena finito le prime tre puntate… la quarta si sta caricando in streaming, ma potrebbero anche volerci dei mesi. e la povera betty… ok… basta così!
Il pilot mi ha deluso parecchio, l’idea di base è forte, ma non mi ha fatto troppo ridere… le puntate successive sono decisamente (decisamente!) meglio! e – un po’ come la tata – è un’ottima compagnia per cenare, fare merenda.. cose del genere…
non sarà la serie dell’anno, ma è carina. nulla di più, nulla di meno…
dovesse arrivare l’amico gay ci sarebbe la svolta! speriamo che succeda presto! =)
allora…
ho appena visto la quarta puntata: MOLLO SUBITO! una palla! gag telefonatissime………… ho riso mezza volta. mezza. e neanche in modo sonoro… era più un sorriso lungo…
me la tengo da parte per il post-menopausa…
Quindi tu dici prima così così, seconda e terza belle, quarta schifo? Che dire, evviva le sceneggiature equilibrate!